Continui sono i controlli degli organi inquirenti sulle imprese in tutta Italia, come quelli recenti a Prato, nell’Empolese e nel Napoletano dai quali sono emerse irregolarità anche gravi.
Quella che emerge è la presenza di imprese che operano nella più completa illegalità, al di fuori delle norme, con lavoratori in nero.
Nulla di nuovo purtroppo, come CNA ha denunciato e continua a denunciare a tutti i livelli e su cui in particolare CNA Toscana Centro è parte attiva da tempo con una serie di iniziative come il Protocollo per la legalità del 2017.
“L’illegalità – afferma Francesco Viti, Presidente di CNA Federmoda Toscana Centro – è un problema che ha ormai raggiunto proporzioni devastanti, nonostante i controlli che le forze dell’ordine e gli enti preposti fanno, un problema che coinvolge imprenditori di tutte le nazionalità, italiani, come il caso recente nel napoletano, e non italiani, in tutti i settori.”
“Il punto, come abbiamo già denunciato in passato, è che le responsabilità di questa situazione non possono essere fatte ricadere solo su queste imprese, ma occorre anche responsabilizzare tutti coloro che approfittano di questa situazione, facendo fare il lavoro sporco ai propri fornitori con logiche di filiera patologiche.”
Per questo riteniamo fondamentale l’applicazione della responsabilità solidale verso i committenti, in modo che non siano più attratti solo dal minor prezzo ma tengano conto del livello di legalità delle aziende terziste, così come chiediamo una severa applicazione dell’articolo 603bis del codice penale che estende il reato anche gli imprenditori che sfruttano la manodopera in modo illecito, proprio come accade nel caporalato
Questo è anche il grido di allarme del Presidente Regionale CNA Federmoda, Bruno Tommassini, che ha denunciato la situazione all’indomani dei recenti blitz delle forze dell’ordine.
Oltre a denunciare il comportamento delle imprese coinvolte, Tommassini è fermo nel denunciare le responsabilità di quei committenti che utilizzano questi laboratori dando loro lavoro allo scopo di risparmiare sui costi e aumentare i profitti.
“Se non si spezza questa catena responsabilizzando tutti gli anelli della catena di fornitura non si risolverà mai il problema”.
Tommassini ricorda poi le battaglie sul cd “rating di valore” e per le nuove tabelle del costo orario del lavoro essenziali per contrastare la concorrenza sleale nella subfornitura della filiera della moda. Le tabelle sono state redatte e condivise da CNA assieme alle altre associazioni imprenditoriali e sindacali del settore, per contrastare fenomeni come quello dei laboratori cinesi a Prato, Empoli e nel napoletano.
“Vogliamo rispondere innanzitutto all’esigenza di rendere etico e sostenibile il nostro modo di produrre, creando condizioni di parità nella concorrenza e dando solo alla qualità del lavoro il valore aggiunto che può fare la differenza. Applicando queste nuove tabelle, committenza e contoterzista avranno la certezza di dare al “Made in Italy” il giusto valore. Solo così possiamo tutelare a 360° la qualità che è il nostro tratto distintivo”