A fine marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato, “salvo intese”, il testo predisposto dal Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Pur non avendo ancora ricevuto l’articolato definitivo, CNA e Rete Imprese Italia hanno registrato con soddisfazione che, rispetto alla proposta iniziale, sono stati introdotti nel testo della riforma significativi ed importanti correttivi, accompagnati dal riconoscimento del ruolo che giocano le Pmi nell’economia italiana.Anche se resta da risolvere la questione della stabilizzazione degli apprendisti.
Una trattativa iniziata in salita per le imprese soprattutto a causa del rischio di aggravi insostenibili nel costo del lavoro. Ma che si è poi indirizzata verso un buon compromesso, che recepisce gran parte delle richieste e delle proposte avanzate e sostenute con grande determinazione da Rete Imprese Italia raggiungendo un punto di equilibrio importante.
Le ragioni della soddisfazione nascono dal fatto che, innanzitutto, si è riusciti ad evitare l’aggravio di costi per gli ammortizzatori per le imprese familiari e l’esclusione dei contratti stagionali e dei contratti di sostituzione dall’aumento di aliquote deciso per i rapporti di lavoro a tempo determinato. I nuovi fondi di solidarietà, contemplati dalla riforma per i settori non coperti dalla Cig, come quelli del settore artigiano, potranno essere gestiti anche dagli enti bilaterali previsti dai Contratti collettivi nazionali di lavoro.
Delusione, invece, per l’irrigidimento burocratico previsto per contratti a progetto, part time verticale, lavoro intermittente e partite IVA con aggravi che non ne faciliteranno l’utilizzo. Rete Imprese Italia ha anche chiesto la riduzione delle aliquote contributive Inail e malattia per i comparti del commercio e dell’artigianato. Nessuno impegno al riguardo è stato ancora assunto dal Governo, ma CNA e Rete Imprese continueranno a portare avanti con forza la propria richiesta.