RETE IMPRESE PRATO: “Il futuro è produttivo” – Confronto con Comune e Provincia

 

 

 RETE IMPRESA 14.02.11PRATO (14.02.11) –  Convergenza di idee con Comune e Provincia a sostegno delle priorità di sviluppo dell’area pratese nel quadro dei piani di progettazione e urbanizzazione dell’area vasta. E’ stato estremamente positivo ed efficace l’incontro tra Rete Imprese Italia con le istituzioni locali, in previsione dell’incontro di concertazione tra Istituzioni locali e Regione Toscana, programmato per  mercoledì 15 febbraio.

“L’iniziativa ha dimostrato – spiega il segretario di Rete Imprese Italia, Fabio Mazzanti – che in un quadro di difficoltà sostanziale del distretto, è necessario che tutti condividano una progettazione per un utilizzo del territorio finalizzata a restituire a Prato il ruolo di grande centro industriale sostenuto con servizi moderni e innovativi per la direzione delle imprese e la loro collocazione negli scenari internazionali.

A partire dal PIT al Parco della Piana, ai piani strutturali comunali, Rete Imprese Italia ha dunque aperto un confronto diretto tra istituzioni e mondo imprenditoriale.

 L’iniziativa di Rete Imprese è nata infatti da una domanda: “Cosa manca oggi nella programmazione del territorio?”. E una prima risposta al quesito è venuta da questo incontro con Comune e Provincia di Prato, rappresentati rispettivamente dal vicesindaco Goffredo Borchi e l’assessore Gianni Cenni e dal presidente Lamberto Gestri e l’assessore Alessio Beltrame. Erano presenti anche Carlo Longo, presidente della Camera di commercio di Prato e Riccardo Marini, presidente dell’Unione industriale pratese.

 Per Rete Imprese Prato sono questi i nodi cruciali per il futuro della città:

 1)    alle istituzioni è stata ribadita la forte preoccupazione che la programmazione urbanistica del PIT della Regione Toscana, in approvazione nelle prossime settimane, venga concepita solo come “vincolo” e diventi quindi un freno allo sviluppo e un fattore di danno per un territorio già colpito duramente dalla crisi piuttosto che rappresentare, con nuove opportunità e investimenti, uno strumento di progresso e crescita. Il PIT non dovrà essere un groviglio di vincoli ma lasciare spazi dinamici per attività di sviluppo, sia per il tradizionale manifatturiero, che per  nuove prospettive capaci di cogliere opportunità per una più solida ripresa economica e dovrà essere supportato da una politica del “riuso” dei volumi esistenti da parte dei Comuni.

 2)       In seconda battuta Rete Imprese Prato ha posto alle istituzioni un altro problema:  nessuno ha ancora chiarito quali sono le prospettive e i progetti del piano strutturale del Comune.    Questo è un problema serio perchè, spiega il presidente Nardini: “se vogliamo che il PIT sia uno strumento di “coordinamento” e non di “ordinamento” della politica urbanistica dobbiamo produrre dei piani strutturali che definiscano le funzioni del territorio ed impongano al PIT di rispettarle. In assenza di piani strutturali infatti il PIT rischia di anticiparli e così, di fatto, di governare le scelte che i Comuni non hanno fatto. Il che significa che prima di dire alla Regione cosa deve fare, i Comuni dovranno già aver fatto la loro parte”. In particolare per quanto riguarda il Centro Storico e i Centri Urbani, Rete Imprese Prato ritiene che debbano essere, intesi come i luoghi principali della vita e delle relazioni sociali, rilanciandone le funzioni di residenza e di servizio, tra i quali la valorizzazione del commercio di vicinato, della promozione delle produzioni agroalimentari e della ristorazione e del patrimonio storico, artistico e culturale.   Ecco perchè Rete Imprese Prato ha manifestato forti preoccupazioni nel perseguire una politica di grande distribuzione nell’area vasta.

 Inoltre, “se l’idea di sviluppo che viene assegnata a Prato attraverso la programmazione di area vasta è quella di avere, come assi portanti, principalmente attività di Agricoltura e Turismo – ha detto il presidente di Rete Imprese Prato, Giuseppe Nardini – siamo di fronte ad una visione distorta della realtà pratese e delle sue peculiarità.  Agricoltura e turismo sono infatti funzioni di pregio che devono avere il proprio spazio, ai quali certamente guardare nella prospettiva per ciò che concretamente potranno offrire nell’ottica di diversificazione economica. Oggi è però evidente che gli assi portanti dell’economia di questo territorio nel contesto metropolitano su cui devono puntare i piani urbanistici sono ben altri. Quattro in particolare: 1) Industria e manifatturiero – 2) Servizi alle imprese – 3) Sviluppo delle funzioni di Centro direzionale europeo dell’industriale tessile a Prato 4) Terziario di qualità

 A partire da queste quattro funzioni si dovrà quindi realizzare l’articolazione delle attività, dei progetti,  delle infrastrutture e delle risorse istituzionali: parliamo di  risorse in grado di far ripartire lo sviluppo, di ridisegnare, per Prato, un ruolo di primo piano nell’economia del centro Italia e di contribuire al miglioramento della produzione di ricchezza e benessere per i cittadini.

 Una particolare attenzione dovrà poi essere dedicata al settore costruzioni, oggi al centro di una crisi senza precedenti. Il settore deve essere aiutato a ripartire. Come? Rete Imprese Italia chiede che i piani istituzionali prevedano infrastrutture e opere pubbliche e progetti di trasformazione del distretto che puntino decisamente all’avvio del processo di diversificazione di un nuovo sviluppo economico, che valorizzi tutte le potenzialità offerte dal territorio, coerenti con l’idea di città che si intende avere in futuro.

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