Restauratori- Il Ministero sospenderà il bando

Una buona notizia per i restauratori. Il 30 novembre prossimo sarà pubblicato un sulla G.U. un avviso che dispone la sospensione della procedura di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di Restauratore di beni culturali e Collaboratore restauratore di beni culturali, in attesa che si realizzi l’iter parlamentare necessario alla revisione dell’art. 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Va ricordato che la disciplina di qualificazione dei restauratori, entrata in vigore nel 2009   presenta criticità, mancanze ed eccessive restrizioni, che rischiano di tagliare fuori dal mercato del lavori il 60 per cento dei restauratori italiani. Tale norma appare inefficace a valutare criteri di merito e di qualità del lavoro oltre a negare, attraverso ripidi percorsi burocratici, il riconoscimento di alte professionalità ad operatori che da anni si impegnano nella tutela delle nostre opere. Ancora, viene negato il riconoscimento di percorsi formativi svolti anche da Istituzioni pubbliche e soprattutto vengono negati i percorsi di apprendimento della manualità presso le botteghe artigiane che da anni trasmettono sapere alle giovani generazioni e che da anni tutelano e conservano la nostra eredità.

Sono state dunque accolte le richieste che CNA ha più volte proposto per la revisione del Codice dei beni culturali , afferma Tamara Bracali responsabile provinciale di CNA Artistico- che siamo lieti di far conoscere alla cittadinanza e gli interessati . La decisione di sospendere il bando viene giudicata positivamente ma non ci si può fermare; adesso più che mai – prosegue Bracali – è necessaria l’indizione di un tavolo tecnico, con il coinvolgimento delle parti sociali, al fine di rivedere gli aspetti critici della disciplina e giungere, nel breve termine, ad una effettiva regolamentazione.

Le nostre azioni politiche andranno dunque avanti per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle imprese e delle persone che studiano e lavorano per la tutela e la conservazione del nostro patrimonio, il più importante patrimonio storico-artistico al mondo, conclude Tamara Bracali – . Adesso, oltre alla revisione della disciplina sono necessari maggiori investimenti in un settore finanziariamente depauperato. Non è pensabile che il primo paese per presenza di opere di rilievo culturale (i due terzi del patrimonio mondiale – Fonte Unesco) investa soltanto lo 0,15% del bilancio dello Stato nella tutela e conservazione di queste opere.

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