Potenza: “Fondazione: vendere e investire sul territorio”

PRATO (8.10.10) – “Una buona notizia- dice Anselmo Potenza leggendo i risultati dell’assemblea della fondazione Cariprato –  finalmente i pratesi tornano ad avere il buon senso del fare anziché fare chiacchiere. Cariprato è stata una grande cosa, ma purtroppo ora non c’è più, e l’incorporazione definitiva nella banca vicentina recide quei rimasugli di cordone ombelicale che le erano rimasti con il territorio. A questo punto Prato non ha più una banca di riferimento e forse si tratta dell’evoluzione naturale del sistema bancario, quindi più che giusto scegliere in piena libertà alla ricerca di quanto più sia utile al futuro di questa città.
La nostra non è certo una Fondazione di quelle potentissime, ma non buttiamoci giù: fra patrimonio e risorse investite si parla di varie decine di milioni che certo non vanno spesi ma investiti e messi a reddito, secondo me,  per sostenere il nostro sistema economico. Ecco perché non vedo affatto male l’idea di vendere, anziché cambiare con azioni della popolare di Vicenza, il capitale di circa 33 milioni di euro che la Fondazione ha allocato nella vecchia Cariprato.
Quello che dico non è estemporaneo, ma nel pensiero della CNA sottintende ad un progetto dettato da precise necessità del sistema economico, oggi aggravate da un sistema bancario e da un sostegno pubblico sempre meno forti.
Penso – prosegue Potenza – alla possibilità di operazioni che, investendo ad esempio su banche locali, le vincolino all’attivazione di linee di credito a sostegno delle piccole e medie imprese, oppure penso alle difficoltà che si preannunciano nel sistema delle garanzie anche a seguito dei drastici tagli del Governo alle regioni.
Comunque si tratta di mettersi tutti insieme intorno a un tavolo per far quadrare l’esigenza del nostro sistema economico e sociale con l’obiettivo di difendere e sviluppare anche il patrimonio della Fondazione, ed è per questo che non entro nel merito delle diverse gradazioni possibili di rapporti con Bpv  e nei tanti strumenti possibili per rendere la Fondazione un soggetto attivo nelle politiche economiche locali. Mi limito a dire: l’assemblea ha intrapreso la strada giusta, adesso entriamo nel merito di come percorrerla concretamente”.

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