L’accordo programmatico siglato a livello nazionale tra Rete Impresa, Confindustria e sindacati è stato mercoledì scorso al centro della Direzione provinciale Cna, guidata dal presidente Anselmo Potenza, che proprio giovedì 6 ottobre è intervenuto al tavolo della Direzione nazionale Cna.
Su cosa punterà? “Viviamo una contraddizione assurda tra un Paese reale che sta cercando di reagire alla crisi, e noi rappresentiamo, e un Governo che vive su un altro pianeta e produce una manovra vuota di riforme per la crescita. Eppure le condizioni per il rilancio ci sono. Abbiamo capacità e potenzialità per uscire dal tunnel. Le imprese ce la stanno mettendo tutta, innovano e puntano su progetti coraggiosi (penso alla Casa del III Millennio, a Prato). Il problema resta l’assenza di un contesto favorevole che spetta al Governo costruire ed è per questo che serve un’iniziativa forte che imponga a Roma decisioni immediate in favore del mondo produttivo e delle imprese. In caso contrario, se chi ha questa responsabilità non sa fare il suo mestiere, deve andarsene a casa”.
Come sono le prospettive per le imprese? “Pessime. Questa manovra avrebbe dovuto avere un contenuto del tutto diverso. Siamo davanti ad un bivio: da un lato la strada delle riforme in un contesto di stabilità dei conti pubblici; dall’altro il declino economico e sociale. La strada giusta da seguire è quindi quella tracciata dall’accordo nazionale di Rete Impresa con tutte le associazioni datoriali e i sindacati. Parliamo di pochi punti essenziali per il rilancio del Paese la cui applicazione va pretesa non solo dal Governo centrale ma anche dalle istituzioni locali”.
Quali sono i punti di forza su cui costruire? “Se a livello nazionale parliamo di 5 grandi priorità condivise per salvare l’Italia (spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia), anche a Prato alcune azioni possono essere fatte subito. Esempi? Snellire la burocrazia e facilitare il dialogo tra imprese e pa, far ripartire cantieri e opere minori, attivare progetti per l’efficienza energetica, favorire la libera concorrenza, potenziare la lotta all’evasione fiscale. Ma i tempi sono davvero stretti”.
Come propone di procedere, in concreto? “Le idee non mancano. Iniziamo valorizzando e promuovendo, tutti insieme e in rete, i progetti migliori che le singole associazioni hanno attivato o stanno avviando per le imprese: parlo di un sforzo unitario per salvaguardare la capacità produttiva del distretto, contoterzi in primis. Di pari passo lavoriamo sui progetti di reindustrializzazione del distretto, selezionando quelli abbozzati al tavolo di distretto. Su tutto questo vorremmo aprire un confronto con Rete Imprese Prato, Unione industriali e sindacati per declinare le priorità di intervento nel prossimo semestre da presentare a Comune e Provincia. Del resto, a Prato siamo abituati a rimboccarci le maniche, e fermo restando le riforme nazionali che servono subito, possiamo dimostrare che uscire da questa situazione è sì difficile, ma non impossibile”.