Lunedì 28 gennaio, giornata di mobilitazione nazionale indetta da Rete Imprese Italia, i Presidenti regionali di CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani (Valter Tamburini, Fabio Banti, Stefano Bottai, Massimo Vivoli, Paolo Ribechini) hanno consegnato agli Assessori regionali al Lavoro e Attività produttive Gianfranco Simoncini e al Commercio e Turismo Cristina Scaletti un documento ufficiale con i dati sintetici sulla situazione dell’economia regionale e specifiche richieste di intervento a sostegno delle imprese, quelle che stanno resistendo, dimostrando che hanno voglia di sfidare la crisi, e quelle che potrebbero nascere con politiche attive sul sistema delle imprese.
la situazione nazionale
Nel 2012 ha chiuso un’impresa al minuto: centomila sono le imprese ‘scomparse’. Nel 2012 i consumi reali procapite sono diminuiti del 4,4%; nel 2013 i consumi saranno ancora in calo, la stima è -1,4%, con un balzo indietro di 15 anni: € 15.695 i consumi procapite nel 2013 rispetto a € 15.753 del 1998. Nel 2012 la pressione fiscale è stata 55,2%; nel 2013 la pressione fiscale effettiva salirà a 56,1% (46,3% la pressione fiscale apparente). Il reddito di ogni italiano nel 2012 è calato del 4,8%, perdendo in valori assoluti € 879. Nel 203 si prevede un ulteriore calo, con un reddito procapite pari a € 16.955 (erano € 17.337 nel 2012). Per trovare un livello simile, occorre fare un balzo indietro di 27 anni, al 1986.
I dati toscani
In Toscana il tasso di disoccupazione è passato dal 4,3% del 2007 al 6,5% del 2011, mentre il pil nel 2012 è diminuito del 2,4% e i consumi sono precipitati del 4,3%.
Tra gennaio e settembre 2012 il commercio ha perduto 1.751 imprese su un totale di 101.429, cui si assommano le altre 432 dei servizi di alloggio e ristorazione su 30.518: nel complesso il settore commercio e turismo in 9 mesi ha visto chiudere quasi 2.200 imprese. Il commercio per altro gioca sempre un ruolo fondamentale nell’economia regionale, totalizzando il 24,3% del numero di attività, cui si aggiunge il 7,3% di alloggio e ristorazione: una azienda toscana su tre appartiene al mondo del commercio e del turismo.
Nel 2012 l’indice regionale della natimortalità delle imprese dell’artigianato registra una raffica di chiusure, facendo segnare un – 2.843 imprese; di queste 2.229 nelle costruzioni. Dal 2008 al 2012 si è registrato un calo di 4.691imprese artigiane. Il fatturato dell’artigianato toscano risulta nell’anno 2012 diminuito nel complesso del -11,4%; una flessione che ha interessato tutti i principali segmenti di attività: tessile-maglieria-abbigliamento -16,4%, concia-pelletteria-calzature -6,5%, edilizia – 19,3%. L’artigianato rappresenta il 27,6% del totale dell’economia toscana.
Mettere al centro l’impresa per tornare a crescere
La politica non metta in liquidazione le imprese. È questo lo slogan lanciato da Rete Imprese per la giornata di mobilitazione nazionale. L’obiettivo è mettere in evidenza la situazione di assoluta difficoltà che stanno attraversando le imprese e l’impoverimento del tessuto socioeconomico a causa della crisi. Per questo motivo l’obiettivo prioritario irrinunciabile di politica economica per chiunque governi a tutti i livelli deve essere l’impresa.
Ripartire dalle imprese, dal tessuto produttivo è il messaggio di Rete Imprese.
I dati sopra indicati confermano, purtroppo, la drammaticità, la profondità e la durata della crisi in cui si trova ancora il Paese e la Toscana. Una crisi che viene da lontano e rispetto alla quale ancora non si riesce a scorgere l’uscita dal tunnel. Una crisi che ha colpito e continua a colpire, indistintamente, tutti i settori e tutti i territori. Una crisi che si è abbattuta soprattutto sull’artigianato, sul commercio e sull’impresa diffusa che, vivendo prevalentemente di domanda interna, sta pagando il conto più salato. Tanto che, nel 2012, in Italia ha chiuso un’impresa al minuto!
Nelle piccole imprese si crea ricchezza e nuova occupazione anche in tempi di crisi; se queste vengono indebolite o distrutte, insieme vengono meno anche le prospettive di crescita per il Paese. Ecco i motivi di questa mobilitazione nazionale: far sentire la voce delle piccole imprese che non demordono, non si vogliono rassegnare e, ogni giorno, si impegnano per costruire lavoro e benessere e invitare, persuadere, costringere la politica a fare una riflessione vera, nuova, moderna sul ruolo che le imprese che si riconoscono in Rete Imprese Italia possono avere per la ripartenza della nostra economia.
Le proposte di Rete Imprese Toscana per il rilancio e lo sviluppo dell’Economia Regionale
1 – Credito, investimenti, liquidità, patrimonializzazione: la difficoltà di accesso al credito è uno dei problemi più gravi per le imprese toscane. Credito più facile e pagamenti più veloci da parte della pubblica amministrazione potrebbero contribuire a risollevare l’imprenditoria toscana stremata da questa lunga crisi. La liquidità consentirebbe a tanti imprenditori di poter innovare la propria attività e il proprio prodotto e così aumentare la competitività e investire su nuovi mercati. Per questo motivo Rete Imprese Toscana chiede alle banche credito a lungo termine per i nuovi investimenti delle piccole imprese e alla Regione Toscana misure finalizzate alla liquidità finanziaria rivedendo i parametri di accesso ed estendendo le tipologie di ammissibilità per favorire la patrimonializzazione delle piccole imprese, aumento dei contributi per la patrimonializzazione dei Confidi e in particolare di Artigiancredito Toscano, decisamente insufficienti a fronte della grave crisi finanziaria e creditizia del sistema economico regionale.
2 – Politiche di promozione e internazionalizzazione: calibrare sulle necessità delle piccole imprese il Piano Promozionale della Regione con azioni dirette anche ai mercati tradizionali e adeguate misure di sostegno. In un momento nel quale il mercato internazionale rappresenta l’unica occasione per intercettare nuove opportunità di lavoro, Toscana Promozione potrebbe infatti essere uno strumento utilissimo per le pi, se costruisse la propria attività partendo dalle esigenze delle imprese. In questo senso, oltre agli interventi sui paesi cosiddetti “BRIC”, difficilmente accessibili alle pi, servirebbero azioni anche per i mercati tradizionali (Europa, USA, Giappone, etc.) con iniziative specifiche finalizzate a favorirne la partecipazione. Adoperarsi per la tutela del commercio di vicinato, che è quello che risente più della crisi dei consumi, anche ribadendo la necessità di una politica commerciale equa, che non favorisca solo la grande distribuzione, come di fatto avviene con la liberalizzazione totale degli orari di apertura, strategia non perseguibile dalle imprese a carattere familiare. A questo si aggiunge l’esigenza di rivedere la tassazione sulle imprese, che continua a lievitare e che in molti non riescono più a sostenere.
3 – Politiche d’innovazione: destinare le risorse a disposizione della Regione Toscana per il sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo a promuovere i progetti delle piccole imprese e delle filiere di micro e piccole imprese; accrescere le risorse destinate al bando per l’acquisto dei servizi qualificati.
4 – Interventi settoriali: interventi mirati al sostegno del settore manifatturiero e della subfornitura, attenzione alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato artistico. Valutare agevolazioni specifiche per le aziende del settore turistico, che resta un motore della nostra economia, specie nelle aree più colpite dalla crisi, come quella costiera, che hanno bisogno di investire per innovarsi, destinando risorse precise attraverso l’utilizzo dei fondi europei.
E ancora:
Taglio dei costi della politica – Taglio dei costi dell’amministrazione regionale e degli enti di emanazione regionale – Maggiore impegno nella lotta all’evasione fiscale.
AZIONI PER IL RILANCIO DEL settore costruzioni, il più duramente colpito dall’attuale fase di recessione economica: sblocco dei pagamenti per gli appalti di lavori e servizi; assegnazione nel più breve tempo possibile delle opere pubbliche “cantierabili”; accelerazione delle procedure di semplificazione amministrativa; forte azione della Regione in merito alla modifica del Codice degli Appalti, che ha portato le gare negoziate sino a euro 1.000.000.
Manovra finanziaria della Regione Toscana Rete Imprese Toscana apprezza le modifiche introdotte che escludono l’aumento dell’Irap per le imprese dei settori manifatturiero, edilizia, trasporto merci e servizi alla persona; tuttavia avrebbe auspicato una maggiore attenzione al contenimento dei costi, così come fanno le imprese e le famiglie, piuttosto che impostare una manovra sulle tasse, Irap e Irpef: l’aumento della pressione fiscale si traduce in minori redditi e minori consumi, quindi un’economia in contrazione.