La Commissione Europea ha ritirato, senza nemmeno un passaggio preliminare con il Parlamento Europeo, la proposta di regolamento sul “Made in”, ovvero sulla marcatura obbligatoria di origine dei prodotti importati nell’UE. In questo modo si priva il manifatturiero europeo di qualità, e in particolare quello Italiano, di uno strumento fondamentale per identificare i prodotti fatti nel nostro Paese.
Da oggi l’UE è l’unica grande area commerciale priva di una norma di questo genere presente invece negli USA, Giappone, India, Cina, Australia, e ancora. Da due anni a questa parte si ha il blocco del provvedimento “Made in” in Consiglio della UE per le pressioni dei paesi del nord Europa, con la complicità del Governo Italiano, che non ci risulta abbia mai risposto alle sollecitazioni di affrontare il tema ai livelli più alti, come, per esempio, negli incontri bilaterali tra Italia e Germania.
Si ricorderà che il Parlamento Europeo aveva approvato il Regolamento a larghissima maggioranza, nonostante iniziali veti politici, segno che, si hanno gli argomenti e la tenacia per essere persuasivi si possono ottenere i successi politici per portare a casa un provvedimento qualificante per il settore moda. Ma ancora una volta la subalternità alla Germania ci costa parecchio e neanche in questa occasione il governo Monti ha dimostrato di pensare alla crescita dell’Italia.