Sconcerto e rabbia dominano nel settore degli operatori dell’acconciatura e dell’estetica dopo l’annuncio del DPCM 26.4.2020 che fissa al 1 di giugno la data di apertura di questa tipologia di attività. E la disperazione rischia di trasformarsi in rivolta.
Come sottolineano Alessandro Lapucci, portavoce degli acconciatori, e Catia Rigotti, portavoce delle estetiste di CNA Toscana Centro “Lo slittamento ulteriore delle nostre attività è incomprensibile e ingiusto, e suona come una sentenza capitale per oltre 1.600 imprese del territorio di Prato e Pistoia, che danno lavoro a una media di 4.500 addetti. Parliamo di un settore determinante per l’economia italiana, che a livello nazionale conta 135mila imprese e oltre 260mila addetti, partecipa in maniera determinante all’economia italiana, oltre a essere essenziale per garantire il benessere della popolazione. Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, è da sempre rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie tant’è che quasi tutti lavorano ormai su appuntamento e da anni si lavora con attrezzature monouso.
Sul piano finanziario tra l’altro, le imprese sono ormai allo stremo delle forze tra affitti da pagare, forniture, dipendenti in cassa integrazione, e le loro condizioni economiche sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale di una chiusura di 3 mesi, senza contare le ripercussioni sugli aspetti psicologici di una clientela abituata a prendersi cura di sé e del proprio aspetto e che oggi vive una situazione di pesante disagio.
Per questo, i due portavoce preannunciano che CNA “chiederà con forza al Governo di poter riaprire a breve i saloni, anche definendo ulteriori condizioni ma dando una data ravvicinata per consentirci di ripartire al più presto e di rassicurare le imprese lanciando un messaggio immediato orientato alla riapertura”.