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La nuova Legge regionale degli acconciatori. soddisfazione di Confartigianato e Cna: “Tutelato chi già lavora nel settore”

Dopo una lunga e complessa fase di concertazione con la Regione Toscana, avviata nel mese di settembre 2012, Cna Toscana e Confartigianato Imprese Toscana registrano con favore il varo della legge regionale che disciplina l’avvio e l’esercizio dell’attività di acconciatore in Toscana; si realizza così il passaggio definitivo al nuovo regime introdotto dalla legge nazionale del 2005 che, fino a oggi, ha convissuto con la vecchia normativa, definita da una legge del 1963.

 

La nuova legge, approvata dal Consiglio Regionale della Toscana, grazie anche al lavoro delle due associazioni, consente a chi ha già maturato un’esperienza consolidata nel settore ma non possiede la qualifica di acconciatore, di ottenerla attraverso il superamento di un esame teorico-pratico, evitando il corso di formazione di 3 anni, previsto nelle prime bozze di proposta di legge. Tutti coloro che, al 12 settembre 2012, hanno svolto attività presso un’impresa di acconciatore per un periodo non inferiore a tre anni, oppure hanno svolto attività lavorativa a seguito di regolare contratto di apprendistato, possono quindi ottenere la qualifica di acconciatore mediante il superamento di tale esame.

 

“Il corso di formazione di 3 anni – commenta Hugo Morrone, Presidente Confartigianato Acconciatori Pistoia – sarebbe stato un adempimento troppo oneroso per persone che già da anni lavorano nel settore e rischiava veramente di bloccare tante attività di acconciatura in fase di apertura e molte pratiche di subentro”.

 

Aggiunge Massimiliano Peri Presidente CNA Benessere e Sanità Pistoia: ”Alla luce delle rigide posizioni iniziali della Regione Toscana che avrebbero costretto gli acconciatori in attività a chiudere i propri negozi tornando a scuola per 3 anni, possiamo ritenerci soddisfatti del punto di incontro trovato con la Regione stessa che ha portato alla definizione della legge con contenuti che vanno incontro alle necessità della categoria, evitando possibili e complicati contenziosi”.

 

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La Nazione, 13 giugno 2013

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