Con grande sorpresa le imprese associate dei settori più disparati, ci stanno segnalando la richiesta di versamento del canone relativo ad un ipotetico obbligo di abbonamento speciale alla RAI. Senza voler esimere nessuno da un obbligo di legge, ci sembra di rivedere un insopportabile film già visto con i “Diretti Connessi” della società SGF dei fonici. Oggi anche la Rai rispolverando un regio decreto del 1938 sostiene sostiene che il possessore di un semplice computer connesso ad internet dovrebbe pagare un canone speciale Rai che di norma costerebbe 200 € alle “botteghe” ai 400 € per gli Uffici il tutto perché potenzialmente potrebbe vedere la TV.
“Roba da matti, afferma il Direttore della CNA Sergio Giusti che precisa: su internet gli accessi ai servizi a pagamento sono protetti da password. Perché la Rai lascia libero accesso si suoi programmi? Perché vuole carpire dalle tasche degli Italiani il canone anche da chi usa il computer per lavorare e non certamente per vedere la televisione? Ma la Rai travisa la stessa normativa che prevede di dover pagare il canone per uso privato e solamente nel caso la TV sia utilizzata in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ricorrerebbe il caso di abbonamento speciale, appunto negli importi, che come abbiamo visto andrebbe da 2 a 4 volte il normale importo”.
“Cosa centra l’uso pubblico del televisore con il trasportatore che possiede un computer collegato in rete? E cosa c’entra l’uso privato previsto dal regio decreto con l’uso familiare utilizzato dalla rai per stabilire che tutto quello che non è ad uso familiare si debba considerare ad uso pubblico”.
In attesa che tutto si chiarisca, il direttore della Cna invita le imprese a non pagare e a chiarire le singole situazioni (tra le quali potrebbero essercene anche di quelle che devono pagare).