E’ passato un anno da quando CNA Alimentare e Federoli hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato in seguito all’entrata in vigore del registro telematico per l’olio di oliva. A oggi non è stata ancora fissata l’idienza in cui verranno discusse le questioni di merito, ma nel frattempo intendiamo riepilogare per i nostri lettori i termini di un provvedimento che ha creato un aggravio di costi e di burocrazia per le nostre piccole imprese
Nel mese di luglio 2011 il Consiglio di Stato ha ammesso parte del ricorso presentato da CNA Alimentare e Federolio inerente il registro telematico dell’olio (SIAN: sistema informatico agricolo nazionale).
Il provvedimento è stato giudicato dall’associazione, fin dalla sua nascita, confuso e contraddittorio. Per tale ragione
Ad oggi il Consiglio di Stato sez. III non ha ancora fissato l’udienza di discussione nel merito del ricorso pertanto la questione non è conclusa.
Non siamo in grado al momento, visti i tempi della giustizia, di dare un’indicazione sulla data dell’udienza che ci auguriamo possa essere fissata entro il corrente anno.
Il ricorso era stato presentato per le seguenti motivazioni:
– per contraddittorietà e disparità di trattamento delle imprese frantoiane e commerciali rispetto ai produttori agricoli in quanto, a fronte di adempimenti amministrativi onerosi e vessatori a carico dei primi, per questi ultimi è previsto il totale esonero determinando un diverso trattamento destinato a riflettersi sulla situazione concorrenziale tra le imprese che operano sullo stesso mercato;
– il sistema sanzionatorio introdotto è eccessivamente penalizzante per i frantoiani, in relazione alla gravità delle sanzioni previste;
– il SIAN mette a grave rischio il proprio diritto alla riservatezza dei dati aziendali, in quanto impone alle imprese di iscriversi al registro, il quale poi, mette a disposizione del Mipaaf, dell’IRCQF e delle Regioni tutti i dati forniti dalle imprese, sulle quantità acquistate/vendute, sulla loro provenienza, l’anagrafica clienti/fornitori ecc. Non solo ma gli stessi dati vengono pure trasmessi alle Organizzazioni di categoria. Il sistema di informazione così delineato, in cui i dati aziendali sensibili, sono messi a disposizione non solo delle Pubbliche Autorità preposte ai controlli (ed al riguardo nulla questio) ma anche dei soggetti quali le Regioni e le Organizzazioni professionali agricole e di categoria che non svolgono alcuna funzione di controllo, lede il sacrosanto diritto di tutela della privacy.
“Cna Alimentare ha inoltre redatto un documento con varie proposte di modifica dell’attuale disciplina sulla base delle considerazioni annunciate, da presentarsi al Parlamento in occasione del prossimo tavolo sulla semplificazione burocratica per le PMI .La nostra associazione sta facendo molto per portare, e quindi far valere, le nostre istanze privilegiando sempre più la strada del dialogo diretto con il governo centrale nell’ambito dei vari tavoli di discussione con le parti sociali”.