“La situazione economica ristagna, la sensazione delle imprese è che nonostante i timidi segnali di recupero emersi nella seconda parte del 2010, il primo semestre di quest’anno mostri segni evidenti di un brusco rallentamento”.
Inizia così la dura analisi con cui la CNA, per bocca del Presidente Provinciale Aldo Piantini, fa il punto sull’andamento e sulle aspettative dell’imprenditoria pistoiese a ridosso delle vacanze estive.
“Ci avviciniamo ad agosto con le aziende senza ordinativi, tutto sembra fermo e settembre è un’incognita. Purtroppo non stanno trovando concretezza quei segnali di inversione di tendenza che pur sembravano trasparire analizzando i dati dello scorso anno”.
Secondo Piantini non è bastato l’aumento tendenziale della produzione industriale nel primo trimestre dell’anno a riequilibrare la situazione generale, a testimonianza ulteriore che la ripresa dell’industria, sempre che di questa si tratti, non necessariamente riesce a coinvolgere anche l’indotto così come la caduta dei consumi continua a pesare gravemente sulle imprese di servizi.
“E’ proprio per questo motivo che serve una politica economica specificamente pensata per le piccole imprese, che rappresentano la quasi totalità del nostro tessuto economico italiano ma che continuano ad essere sostanzialmente ignorate quando si tratta di definire le strategie di intervento. Le aziende hanno bisogno di interventi mirati alla riduzione della pressione fiscale, del costo del lavoro e della burocrazia. Ma serve soprattutto un clima di fiducia che le istituzioni a livello nazionale, in questo momento non sembrano capaci di dare. La manovra del Governo è un fatto inevitabile ma non in grado, da sola, di risolvere la questione del debito pubblico se non agisce sulla domanda e sui consumi interni, ponendosi come obbiettivo prioritario la crescita economica”.
Il Presidente della CNA non fa sconti nemmeno agli enti locali che “continuano a trincerarsi dietro ai tagli del Governo senza mettere davvero in discussione i livelli di efficienza di apparati spesso giustificati da procedure e burocrazie inutili, che rappresentano un ostacolo a volte insormontabile per le imprese ed una spesa enorme per tutta la collettività. Anziché stimolare e supportare le imprese, magari utilizzando lo strumento degli appalti sotto soglia che consentirebbero alle aziende artigiane del territorio di accedere alle opere pubbliche, spesso gli Enti locali sono i principali debitori delle imprese, mettendole in enorme difficoltà.
Manca una strategia di fondo – continua il Presidente Piantini – e le risorse dedicate all’economia sono risibili. Il mondo economico peraltro non si sta distinguendo in alcun modo, con una Camera di Commercio che pare aver definitivamente abdicato rispetto ai proclami elettorali di voler diventare il punto di riferimento dell’economia pistoiese. Non si capisce quali siano i programmi, non si coglie una visione strategica del futuro che vada oltre progetti “privati” mascherati da progetti pubblici.
E’ emblematica da questo punto di vista la vicenda dei Poli di innovazione, per i quali a Pistoia non si è saputo fare di meglio che individuare una struttura privata, ad oggi ignota alle aziende, assegnandole ulteriori benefici pubblici e sprecando così l’occasione, forse unica, di creare finalmente un vero centro di eccellenza ed innovazione tecnologica sul territorio.
Dobbiamo chiedere di più alla politica ma anche alla rappresentanza locale – conclude Aldo Piantini – la quale deve rendersi conto che bisogna seguire strade diverse, superare la logica dei piccoli accordi interessati, mettere da parte gli interessi personali e cominciare, come hanno fatto altre realtà, a recuperare un’ottica di sistema e di programmazione strategica concreta e di ampio respiro, che può essere iniziata soltanto costituendo, anche a Pistoia, Rete Imprese Italia.
Solo così potremo traghettare le imprese fuori dal tunnel della crisi”.