Il presidente CNA: “Per rinascere ora dobbiamo stare uniti”

 Ad un anno dalla manifestazione “Prato non deve chiudere” Anselmo Potenza, presidente Cna analizza uno spaccato della realtà pratese e apre una riflessione seria su ciò che serve davvero al distretto e al mondo dell’imprenditoria.

Intanto Presidente, quali considerazioni si possono fare ad un anno dall’evento che ha visto tutto il territorio coeso per il rilancio di Prato?
 “Che il 2010 sarebbe stato il momento più delicato per le imprese si sapeva, e ora il sistema economico è alla resa dei conti. Per questo penso si debbano affilare le armi pur di rendere ancora più forte la battaglia che stiamo conducendo. Per avere risultati concreti Prato deve alzare la voce e per averla con toni sufficientemente alti dobbiamo cantare tutti insieme in un solo coro. Avere una sola voce è la nostra unica arma,  senza questa restano solo le promesse sbandierate e le polemiche sterili”.

Il tono, Presidente è critico. A cosa si riferisce in particolare?
“Dopo aver ascoltato gli slanci in avanti di questi mesi mi auguro che il sottosegretario Viespoli tenga fede a ciò che ha detto. In caso contrario è opportuno prendere coscienza che i risultati si ottengono solo attraverso battaglie politiche unitarie portate avanti dall’intero sistema istituzionale, associativo e sindacale, mentre le iniziative isolate – siano incontri riservati  di primi cittadini o dei politici oppure estemporanee discese in piazza – alla fine lasciano il tempo che trovano. Per questo le manifestazioni  di protagonismo in realtà spaccano il lavoro unitario e sono, per me, il danno peggiore per la nostra città”.

Quando parla di unità cosa intende precisamente?
“L’unità non è un concetto astratto ed è già una realtà, almeno tra le associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori. Però, questa tensione che si taglia a fette tra le istituzioni pratesi, quasi come se la politica pensasse che ora Prato sia la frontiera fra i due schieramenti, è diventata  un cancro proprio quando la politica e la rappresentanza del distretto dovrebbe essere la cura salvavita per la nostra economia.

Presidente è solo questo il difetto della politica pratese?
“Non solo. E’ chiaro che la disperazione di alcuni contoterzisti offre un fertile terreno di strumentalizzazione dei “furbetti” della politica. Prato ha invece bisogno d’altro: cittadini e imprenditori devono ragionare con la propria testa. Non bisogna essere strumenti di nessuno ma essere, tutti insieme, strumenti per ottenere i risultati di cui la città ha bisogno. Sempre l’assurda rincorsa dei fini politici e gli interessi di parte, anche negli stessi schieramenti, lasciano tessitori e contoterzisti con un pugno di mosche in mano”.

In un clima che si sta avvelenando  di cosa ha davvero bisogno il sistema produttivo pratese e quanto possono reggere ancora le imprese senza i provvedimenti promessi ed auspicati?
Questa città cammina sul filo del rasoio, da un lato rischia la decadenza, ma dall’altro sta dimostrando, proprio in questi mesi difficili, la grande capacità di reazione degli imprenditori. Non mancano persone che credono in questa città e che investono, si innovano o diversificano. Investono su se stessi, sul proprio lavoro, sui dipendenti e collaboratori. Il compito delle istituzioni ora è favorire questo processo con tutte le strategie che più volte abbiamo posto sul tavolo.
Ad esempio gli interventi di Regione Toscana sul credito sono un aiuto concreto alle imprese più strutturate, ma adesso vogliamo veder risolte le promesse del Governo per quei piccolissimi artigiani tessili messi alla fame dalla crisi”.

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