I MASSIMI VERTICI NAZIONALI, REGIONALI E PROVINCIALI DI CNA inaugurano la mostra “CASA DEL III MILLENNIO”
PRATO (4.12.09) – Palazzo Pacchiani si è trasformata in un’abitazione sofisticata, tecnologica, accogliente e soprattutto dal cuore ecologico. Giunta alla sua terza edizione e organizzata dalla Cna di Prato – con il contributo di Regione Toscana, Toscana Promozione, Provincia di Prato, C.c.i.a.a. di Prato, Comuni di Prato e Cadenzano, Artex e banca Bcc di Vignole – “La Casa del III Millennio. Etica dell’abitare, nuova estetica del vivere” è stata inaugurata venerdì 4 dicembre all’Urban Centere in Palazzo Pacchiani (via Mazzini, 65). La mostra immagine, curata dall’architetto Salvatore Re, in collaborazione con l’architetto olandese Frits Van Dongen, e focalizzata sulle sfide della sostenibilità, del riuso, del riciclo e del risparmio energetico sarà visitabile fino al 20 dicembre.
In concomitanza con il debutto de “La Casa del III Millennio” i massimi vertici della CNA sono arrivati a Prato, per passare una giornata interamente dedicata alla città laniera, incontrando le autorità e confrontandosi le imprese artigiane. Presenti all’ inaugurazione della mostra insieme ad Anselmo Potenza (presidente CNA di Prato), Fabio Mazzanti (direttore CNA di Prato), Ivan Malavasi (presidente CNA nazionale) e Valter Tamburini (presidente CNA Toscana), anche l’assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana Ambrogio Brenna, il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri, il sindaco di Prato Roberto Cenni, il presidente della C.c.i.a.a. di Prato Carlo Longo e il curatore della mostra Salvatore Re.
Prima di passare in rassegna alcuni degli interventi dei partecipanti all’inagurazione, è importante ricordare come la mostra “La Casa del III Millennio” raccolga in un allestimento d’impatto emotivo (ambienti come cattedrali verdi, con colonne di cipressi e pavimenti tessili) i migliori 12 progetti tra i 120 presentati al concorso di idee e successivamente sviluppati dalla sapienza artigiana di 50 aziende che lavorano nei settori dell’arredamento, dell’artigianato artistico, del sistema casa e delle soluzioni tecnologiche. Un lavoro dunque frutto della sinergia della creatività di architetti e designer, con l’abilità degli artigiani.
“La Casa del III Millennio” – ha detto all’inagurazione Anselmo Potenza – è ormai una manifestazione con la quale Prato recupera un respiro europeo, portando alla ribalta nazionale la qualità del manifatturiero. Le imprese protagoniste della mostra non sono qui perché hanno avuto sostegni o contributi, non sono qui per chiedere fondi o risorse. Tutt’altro. Sono qui perché credono nel manifatturiero e hanno investito in questa direzione. Questa mostra dunque non è solo una dimostrazione di coraggio da parte delle imprese che investono e che credono nel manifatturiero ma è al contempo un esempio concreto di diversificazione, un progetto benriuscito che intendiamo portare al tavolo di distretto e mettere a disposizione della città per contribuire anche alla battaglia sul vero Made in Italy. D’altro canto, la rassegna non si limita a mostrare oggetti, ma rappresenta il momento fondante del manifatturiero di grande qualità, sia dei creativi che delle imprese, ed ha alle spalle un progetto culturale che produce cose vere, belle, utili, divertenti e destinate ad essere subito disponibili sul mercato”.
“Fra i criteri di scelta dei progetti – ha spiegato invece Fabio Mazzanti – c’è stata la disponibilità delle imprese di realizzarli come prototipi e metterli in produzione. Viceversa i progettisti, i creativi insomma, hanno ricevuto quale più prestigioso premio la realizzazione e la messa in produzione del loro pensiero. E quali mani avrebbero potuto trovare, più sagge e più capaci di quelle degli artigiani? L’ambizione de “La Casa del III Millennio”, inoltre, è dare un contributo alla definizione della cultura della società europea post crisi e post consumi indiscriminati. Si tratta di domandarsi come fare ad anticipare le tendenze che caratterizzeranno i consumi e le scelte dei consumatori alla ripresa, vera, dalla crisi. Ma significa anche puntare alla realizzazione di oggetti che fondano la loro estetica nel loro valore d’uso e non più nell’effimero. E’ così che la materia si interroga sul rispetto dell’ambiente, sul riuso e dunque sulla riduzione dei consumi delle materie prime”
“Le 50 aziende presenti qui oggi sono un esempio concreto di quell’imprenditorialità che crede ancora nel manifatturiero – ha commentato Ivan Malavasi – e la Casa del III Millennio è la testimonianza di quanto, del tradizionale, si possa coniugare con l’innovazione. E’ un segnale importante perché dobbiamo investire nel futuro e su imprese che guardano avanti, come quelle qui presenti, e che si dimostrano capaci di scommettere sulla produzione e di riuscire a stare sui mercati. Rappresentano una fetta importante di un Paese che ha in sé le risorse culturali per guardare avanti. Per questo è importante cogliere questo messaggio e salvare chi è capace di guardare ad una prospettiva futura e di agire di conseguenza”.
“E’ un piacere trovarsi qui oggi ad un evento che apre uno spaccato – ha detto invece Ivan Tamburini – sul futuro per un motivo semplice: le pmi che vogliono uscire da questa crisi sono proprio quelle che guardano al futuro. Per questo è importante sostenere e puntare su chi ancora crede ed investe nel manifatturiero e questa è una prospettiva che non va mai persa di vista”.
Una serie di eventi, organizzati in concomitanza con la mostra, nella sala conferenze dell’Urban Center, rappresenteranno un momento di incontro con la cittadinanza e con gli addetti ai lavori per approfondire le tematiche etiche e sostenibili che hanno ispirato la Casa del III Millennio 2009.
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