PRATO (14.02.08) – I primi di marzo scatterà il d-day per committenti e lanifici pratesi, chiamati in causa nella battaglia per la sopravvivenza delle filature a cardato del distretto. E’ questa una delle certezze emerse dall’ultima riunione dei filatori a cardato che all’interno della Cna di Prato stanno costituendo un gruppo d’area di tutte le imprese di filatura per aprire in tempi brevissimi un tavolo di confronto diretto con la committenza.
Per le oltre 60 aziende che vivono una crisi strutturale senza precedenti e lavorano ormai senza margini di redditività, questa è l’ultima spiaggia per tentare di salvare sia tutti i tasselli della produzione pratese – le filature non sono che la punta di un iceberg che ingloba tessiture, roccature, orditure e tintorie – sia migliaia di posti di lavoro che di qui a sei mesi potrebbero far schizzare a livelli record il tasso di disoccupazione nella provincia. I filatori, del resto, parlano di un vero e proprio allarme sociale legato a precise responsabilità.
“Se non si raggiungerà un accordo per riconoscere alle imprese contoterziste un giusto prezzo delle lavorazioni – ribadiscono con forza i filatori – i disoccupati saranno ben più di 2.000 e la responsabilità di questo disagio sociale non ricadrà certo sulle nostre imprese costrette a chiudere per la miopia di alcuni committenti e l’assenza di sostegni istituzionali”.
Per avere un’idea dell’emorragia costante di posti di lavoro, basti pensare che solo nel primo semestre del 2006 sono rimasti a casa oltre 700 lavoratori del tessile, provenienti soprattutto da piccole aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Delle 400 filature registrate a Prato 10 anni fa, oggi ne sono rimaste appena 150 a cardato. Di queste, circa 57 sono contoterziste e lavorano il prodotto tipico pratese che, dicono i filatori “da sempre fa parte della cultura del nostro distretto, una cultura che dovrebbe essere mantenuta e supportata anche con sostegni pubblici. Cosa che fino ad oggi non è successa. Eppure, committenti a parte, anche le istituzioni possono fare molto per aiutarci a contenere costi che sono diventati ormai insostenibili”.
Non si tratta quindi di una richiesta di finanziamenti o fondi, ma piuttosto di un forte richiamo “al senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti che, insieme alla Cna, chiameremo al tavolo confronto che sarà convocato entro la fine del mese. Quello che puntiamo ad ottenere è il semplice rispetto delle regole da parte di quei committenti che, da un lato, lanciano appelli per salvare la filiera e, dall’altro, quando arrivano ordini e lavoro, preferiscono giocare al ribasso sulla pelle dei contoterzisti. E’ così che si uccide il distretto” ed è con questa certezza che il gruppo di categoria della Cna andrà a dare battaglia nei prossimi giorni.