PRATO (31.01.08) – La CNA lancia l’allarme per la sopravvivenza delle filature cardate pratesi – pilastro portante di tutta la filiera del tessile – che rischiano di soccombere sotto i colpi non solo della crisi ma anche dell’inarrestabile corsa al ribasso dei lanifici committenti, dei mancati interventi istituzionali e anche per le responsabilità del sistema bancario.
Il quadro fosco dell’s.o.s. è stato tracciato proprio oggi alla Cna di Prato da una delegazione di 10 titolari delle maggiori filature cardate – in rappresentanza di circa 60 filature – che insieme all’associazione artigiana apriranno una sorta di “vertenza Prato” per ottenere a livello regionale e locale un cambiamento di rotta per la salvaguardia del cardato – e quindi dell’intera filiera – e il riconoscimento del giusto prezzo delle lavorazioni.
Delle circa 400 filature attive 10 anni fa, oggi le filature pratesi si sono ridotte ad appena 152 realtà imprenditoriali, che danno lavoro ad oltre 2.000 persone registrando un fatturato annuo globale stimabile sugli 80 milioni di euro, pari però ad un –30% rispetto al 2004. “Di queste 152 filature – denunciano la Cna e gli imprenditori – ben il 50% è ormai da tempo sotto la soglia di sopravvivenza, lavora in rimessa e rischia la chiusura nel medio periodo. Ciò significa che in mancanza di un radicale cambiamento di rotta, Prato non ha speranza di mantenere la percentuale di occupazione e lavoro se perderà pezzi così determinanti della filiera”.
Come sottolineato dal presidente Cna Anselmo Potenza, dal Direttore Fabio Mazzanti, e dal presidente di CNA Federmoda provinciale Roberto Fabbri, infatti, “la battaglia che la Cna ha deciso di fare la difesa di questo comparto produttivo si inserisce in un quadro più ampio di salvaguardia di tutto il sistema tessile pratese. La chiusura di imprese così rilevanti infatti porterebbe con sé conseguenze gravi – e a cascata – su tutti gli altri comparti della filiera come orditure, tessiture, roccature, e significherebbe il tracollo del nostro sistema economico: un rischio che può e deve essere evitato iniziando fin d’ora ad identificare delle azioni di intervento immediate”.
Tra queste, la convocazione urgente di un summit tra tutti gli imprenditori del comparto filature fissato per giovedì 7 febbraio alle 21 alla Cna di Prato e che sarà occasione per mettere a nudo i problemi, identificare responsabilità e decidere le strategie di intervento.
In particolare, nella “vertenza Prato” rientrano: “una forte azione di responsabilizzazione nei confronti della committenza che gioca al ribasso senza preoccuparsi delle conseguenze non solo verso i contoterzisti ma verso il futuro stesso di questo distretto. Dobbiamo subito sederci ad un tavolo per far capire chiaramente che il riconoscimento del giusto prezzo delle lavorazioni è uno dei nodi cruciali per la sopravvivenza di queste aziende”.
Oltre a questo, per abbattere i costi delle imprese la CNA si è impegnata intende aprire trattative con società pubbliche ed enti fornitori di energia (ogni filatura a cardato consuma mediamente 10.000 euro al mese di energia) e lavorerà anche nei confronti del sistema bancario e sul fronte istituzionale, della Regione Toscana e del prossimo Governo – per rendere esecutivi “quei provvedimenti e quelle risorse che le leggi finanziarie hanno messo a disposizione delle imprese – e del cardato – ma che di fatto restano “surgelati” fin dal 2007 per la mancanza dei disciplinari esecutivi”.