13 Settembre 2013
Un’agente immobiliare di Empoli, mentre si trovava in macchina, si è accorta che la figlia di due anni non riusciva più a respirare. “Aveva ingerito una pinzetta per capelli – racconta – e sarebbe soffocata se non avessi eseguito la manovra imparata alla Cna”. Nell’aprile scorso, aveva frequentato un corso, obbligatorio per legge, con lezioni antincendio e di primo soccorso, finanziato dalla Regione Toscana e dall’Inail e tenuto da “Sophia”, la società della Cna di Firenze, Prato e Pistoia che gestisce i corsi per la sicurezza sul lavoro.
Quando il corso di formazione ti salva la vita. Anzi la vita di tua figlia. Ci sarebbe da intitolarla così la brutta avventura, a lieto fine, di Manuela Cusimato, agente immobiliare trentasettenne di Empoli. Pochi giorni fa, mentre si trovava in macchina sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno, improvvisamente si è accorta che la figlia di due anni non riusciva più a respirare, perdendo sangue dalla bocca. “Aveva ingerito una pinzetta per capelli – racconta oggi la madre – e sarebbe soffocata, ne sono certa, se non avessi eseguito la manovra imparata alla Cna”.
Manuela, nell’aprile scorso, aveva seguito il corso di formazione “per responsabili di servizio di prevenzione e protezione” organizzato dalla Cna di Empoli. Corso obbligatorio per legge, con lezioni antincendio e di primo soccorso, finanziato dalla Regione Toscana e dall’Inail e tenuto da “Sophia”, la società della Cna di Firenze, Prato e Pistoia che gestisce i corsi per la sicurezza sul lavoro. Ogni anno, tra corsi gratuiti e a pagamento, sono circa 150 quelli organizzati nelle tre province.
“Devo dire grazie alla Cna e soprattutto al dottor Franco Roncato – spiega Manuela –. Normalmente in questi corsi ci si annoia un po’, invece questo è stato davvero coinvolgente e ben fatto. Il docente non solo ci ha spiegato le manovre da fare in caso di pericolo, ma ci ha fatto esercitare, facendocele ripetere finché le abbiamo eseguite correttamente. Non smetterò mai di ringraziarlo”.
“All’interno del programma di primo soccorso – spiega il dottor Roncato che da anni tiene corsi di formazione – dò molta importanza alla rianimazione di base e spesso capita che i genitori mi chiedano come fare nel caso di incidenti che vedono coinvolti bambini. E così dedico un approfondimento alla PBLS (Pediatric basic life support), un protocollo internazionale di rianimazione pediatrica”.
“E’ successo tutto in una frazione di secondo – racconta la madre -. Ho visto che la bambina non respirava più, ho accostato la macchina in fretta e furia, tanto che una pattuglia della stradale che stava passando si è fermata e ha chiamato i soccorsi. Ma eravamo sulla superstrada, ci sarebbero voluti 10-15 minuti e un’ambulanza subito disponibile, mia figlia aveva già cambiato colore, non ce l’avrebbe fatta – si dice certa la madre -. Senza pensarci ho fatto la manovra imparata al corso. La prima volta non ha reagito, forse era stata troppo leggera, nemmeno la seconda. Alla terza, eseguita con più forza, ha rigettato la pinzetta e ripreso a respirare. Non avrei mai immaginato che un corso fatto per lavoro – conclude Manuela – mi sarebbe servito per la vita. Da sola non avrei saputo cosa fare. Li dovrebbero rendere obbligatori per tutti”.