Con una specifica Ordinanza il Consiglio di Stato scende in campo per difendere il principio della semplificazione amministrativa che, anche in tema di Durc, era stata messa a dura prova dai provvedimenti emessi in successione da Ministero Lavoro, Inps e Inail. L’intervento, quanto mai opportuno, riguarda i controversi termini di validità e utilizzabilità del documento unico attestante la regolarità contributiva. Il Consiglio ha respinto l’interpretazione ministeriale là dove pretendeva che i documenti fossero specificatamente inerenti alle finalità per cui venivano richiesti: lavori privati, pubblici, richieste di fruizione dei contributi statali ecc. In buona sostanza, un durc è un durc… e la stazione appaltante potrà al massimo chiedere chiarimenti all’impresa ma non invalidare la sua partecipazione alla gara semplicemente per carenza di informazioni supplettive. Per ulteriori precisazioni rimandiamo alla pagina che il sito di CNA Costruzioni Nazionale ha dedicato al problema e ad un articolo tratto dal Sole 24 Ore.
