Covid 19 – CNA Industria: “Preparare le piccole e medie imprese. Nulla sarà più come prima”

La sospensione delle attività di molte piccole industrie genera pesanti ombre sul futuro dell’economia italiana. Alcune faranno fatica anche solo a riavviare l’attività, ma tutte si troveranno a fare i conti con un mercato che nel frattempo si sarà riposizionato, dovendo recuperare spazi che altre imprese, di altri Paesi, avranno occupato. Lo rileva CNA Industria.

“Condividiamo la priorità di adottare tutte le avvertenze necessarie per contenere l’epidemia e per questo abbiamo convintamente sottoscritto il Protocollo per la sicurezza nelle aziende, convinti che il primo capitale da salvaguardare sia quello umano. Ma dobbiamo anche pensare a mantenere vivo il tessuto industriale, fattore strategico imprescindibile per il benessere del Paese”, spiega il presidente di CNA Industria, Alfeo Carretti.È quindi urgente definire una strategia per l’uscita progressiva dalla fase emergenziale, con l’individuazione dei criteri da adottare al fine di iniziare ad allentare le restrizioni, sia per gli spostamenti individuali, sia per la graduale riapertura di attività produttive.

Il tempo non è una variabile indipendente, deve essere predisposto urgentemente anche un grande piano di rilancio della nostra economia. Un piano che abbia al centro il sostegno convinto agli investimenti, pubblici e privati, mettendo in campo tutte le risorse disponibili. Serve, inoltre, un importante progetto di promozione delle imprese italiane all’estero per riconquistare i mercati perduti.

“Soprattutto – sottolinea Carretti – è indispensabile, in tempi molto rapidi, un più incisivo sostegno alla liquidità delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese industriali. Le sole garanzie sulle esposizioni debitorie presenti o a breve non sono sufficienti”.

Vanno predisposte – chiede CNA Industria – nuove linee di credito a medio-lungo termine, mirate innanzitutto a coprire costi fissi correnti, ai quali comunque devono far fronte tanto le imprese che hanno dovuto forzatamente fermare la propria attività, quanto le imprese che ancora operano, ma con inevitabili perdite di fatturato.

 

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