Cosa c’è da sapere sul nuovo digitale terrestre DVBT2

Il MISE ha ufficializzato l’arrivo del bonus TV, l’incentivo che permetterà ai consumatori di adeguarsi al nuovo standard acquistando un decoder o una nuova tv. C’è tempo fino al 2021 per smaltire i dispositivi non predisposti alla ricezione del nuovo digitale terrestre DVB T2. Quali saranno le novità introdotte da questo passaggio e come riconoscere i modelli già abilitati.

Si aspetta la pubblicazione dei decreti del ministero dello Sviluppo economico e del ministero dell’Economia e delle Finanze, ma il bonus per acquistare decoder e televisori è stato ufficializzato dal MISE. Ma di cosa si tratta? In pratica è uno stanziamento di risorse che supporterà i consumatori nel passaggio al nuovo standard tv. Sono stati destinati 151 milioni di euro per i consumatori a partire dal prossimo dicembre e fino al 2022, dando la priorità alle fasce più deboli. Parliamo quindi delle famiglie comprese nelle fasce di reddito ISEE 1 e 2. Anche se mancano ancora i dettagli operativi, si parla di un contributo da 50 euro per nucleo familiare per l’acquisto di un decoder o di un televisore che supporti il nuovo standard DVB-T2. Risulta evidente che solo il 10-15% degli apparecchi potrà essere adeguato o sostituito utilizzando questi contributi, senza contare che il contributo risulta piuttosto irrisorio e potrà coprire l’acquisto di un decoder, ma non certo quello di un nuovo televisore.

Quando avverrà lo spegnimento del vecchio digitale

A partire dal 2020 si inizia con la liberazione della banda dei 700MHz, un’operazione che non comporterà disagi per gli utenti, salvo per una risintonizzatine. È probabile che le antenne andranno nuovamente orientate e che gli amplificatori o i filtri condominiali vadano ritarati, in questa fase non è comunque necessario adeguare gli apparati tv, le antenne o le infrastrutture esistenti. Il primo step vero e proprio del cosiddetto switch-off è fissato per il 1° settembre 2021. Il ministero dello Sviluppo economico ha reso noto il nuovo calendario per il passaggio al nuovo standard tv. Inizialmente previsto per il 1° gennaio 2020 per Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna, lo “spegnimento” del vecchio digitale terrestre non partirà prima di settembre del 2021 e coinvolgerà regioni diverse da quelle indicate nel precedente calendario: si partirà infatti con Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e di Bolzano.

Il processo inizierà sin da gennaio 2020, ma con operazioni di ordine tecnico che avranno poco impatto sui cittadini. In buona sostanza, si mette in moto il processo di modifica e ridistribuzione delle frequenze, che porterà con sé la necessità di fare sovente la risintonizzatine dei canali, ma per il momento non cambierà la modalità di trasmissione. Solo in alcuni impianti condominiali sarà necessario un intervento dell’antennista per riconfigurare i filtri, senza il quale potrebbero non vedersi più alcuni canali. I veri passaggi di formato di trasmissione inizieranno invece a settembre 2021.

Il passaggio dal vecchio al nuovo digitale terrestre

Ecco, regione per regione, quando avverrà il passaggio dal nuovo al vecchio digitale terrestre (l’arco temporale indica che la transizione può iniziare alla prima data ma verrà conclusa entro la seconda).

  • Dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021: (Area 2 e Area 3) Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e di Bolzano.
  • Dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022: (Area 1) Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna.
  • Dal 1° aprile 2022 al 31 giugno 2022: (Area 4) Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.

Nella prima fase del passaggio, i canali DTT abbandoneranno lo standard MPEG-2 per usare esclusivamente l’MPEG-4 (attualmente impiegato solo dai canali HD, quelli dal 500 in su). La transizione definitiva invece avverrà a luglio del 2022 con il passaggio allo standard HEVC.

In cosa consiste lo Switch-off?

Dopo il passaggio dall’analogico al digitale terrestre (2008-2012), cambia ancora la modalità di trasmissione televisiva terrestre. A causa della cessione della banda 700 Mhz alla telefonia (vedi oltre), il mondo televisivo perde circa un terzo dello spettro elettromagnetico a sua disposizione. La necessità, poi, di coordinare le frequenze con i Paesi confinanti ha ridotto ulteriormente le frequenze utili per la TV italiana, che, dopo la cessione della banda 700 saranno pressoché dimezzate.

Perché si cambia sistema di trasmissione?

Per poter trasmettere la stessa quantità di canali e, se possibile, aumentare risoluzione e qualità, malgrado la riduzione di frequenze, la TV italiana ha bisogno di adottare un sistema di trasmissione più efficiente. Per questo motivo è stato scelto di passare al DVB-T2 (e a tendere anche alla codifica HEVC). Questo passaggio permetterà alle emittenti TV nel 2022, di privarsi di molte frequenze ma di continuare a trasmettere la medesima quantità di contenuti.

Dopo lo switch-off migliorerà la qualità delle trasmissioni

Difficile dirlo con certezza. Se si passasse solo al DVB-T2 senza implementare a tappeto anche il codec HEVC, probabilmente la banda di trasmissione resterebbe quella di oggi con qualche difficoltà a migliorare la qualità. Certamente ci sarà una maggiore spinta alle trasmissioni HD (dopo il passaggio a MPEG4 non ci sarà più bisogno di fare il “simulcast” SD-HD dei canali) ma non è stato purtroppo inserita nella legge una norma che disponesse il passaggio obbligatorio a trasmissioni HD. Tutto è rimesso alla volontà delle emittenti: se decidessero, per esempio, di usare la stessa banda e di raddoppiare i canali, la qualità non potrebbe che diminuire.

Ma non si poteva restare come prima?

La Comunità Europea, in maniera oculata, ha deciso di disporre il passaggio della banda 700 MHz alla telefonia mobile, dato che la domanda di traffico dati in mobilità è in crescita esponenziale. Per contenere l’aumento dei prezzi della banda internet in mobilità, è necessario allargare lo spettro ad essa dedicato, nell’interesse dei cittadini europei. Il mondo televisivo italiano, che in realtà ha già le licenze di esercizio di quelle frequenze fino al 2032, ha chiesto in cambio il passaggio alla nuova modalità di trasmissione per evitare di perdere canali.

Visto che la quasi totalità dei TV DVB-T2 venduti in passato sono anche HEVC, perché da giugno 2022 non si dovrebbe passare al codec più evoluto?

Il problema non è certo lato utente, visto che dal 2017 tutti i TV sono HEVC e quelli precedenti, se sono DVB-T2 molto probabilmente sono anche HEVC. Il “blocco” è più sul fronte delle emittenti, che dovrebbero passare a una produzione interamente progressiva e non interlacciata, dato che il formato di messa in onda HEVC è progressivo.

Dopo lo switch-off ci saranno canali 4K anche su Digitale Terrestre?

Anche in questo caso non ci sono certezze, ma RAI ha rivelato i propri piani per l’assetto che le trasmissioni assumeranno dopo lo switch off. In tutti i casi analizzati (RAI potrebbe avere fino a 3 multiplx tutti suoi) è previsto il canale RAI 4K anche su digitale terrestre, anche se in alcuni scenari con una qualità leggermente inferiore a quella che oggi va su satellite.

Dopo lo switch-off I canali in standard definition spariranno?

Sembrerebbe ragionevole, ma non c’è alcuna indicazione di legge in tal senso. Quindi tutto lascia pensare che si preferisca, in alcuni casi, continuare a trasmettere in SD e mandare in onda un numero maggiore di canali, che ridurre i canali e dedicarsi alla qualità

Quali sono le scadenze più importanti del nuovo switch-off?

Il primo passaggio chiave è lo spegnimento della codifica MPEG2 a favore di quella AVC (chiamata anche impropriamente MPEG4) e già usata oggi per i canali HD: avverrà all’unisono in tutta Italia il 1 settembre 2021. Dopo quella scadenza tutti i TV (e i decoder) non capaci di sintonizzare i canali HD (quindi l’MPEG4 AVC) andranno a nero e dovranno essere sostituiti o affiancati da un nuovo decoder. Ma c’è un’altra scadenza il cui impatto è decisamente maggiore: tra il 21 e il 30 giugno 2022 si spegneranno le trasmissioni in formato DVB-T per lasciare posto a quelle DVB-T2. Tutti i TV e i decoder non compatibili con il DVB-T2, andranno a nero e anche in questo caso sarà necessario intervenire con una sostituzione con un nuovo decoder.

Nuovo decoder, cosa cambierà nel 2021?

Nel 2009 siamo stati obbligati a comprare un decoder o a cambiare televisione a causa del passaggio dal segnale analogico a quello digitale. Ora, a distanza di circa dieci anni, saremo costretti a cambiare di nuovo. Già perché da settembre 2021 si passerà a un nuovo standard televisivo, il DVB T2 e non tutti i televisori presenti sul mercato oggi sono in grado di supportarlo.

Le trasmissioni della tv digitale terrestre verranno progressivamente migrate verso un nuovo standard nel quadro più generale di riorganizzazione delle frequenze assegnate alla televisione. In sostanza, si toglie una porzione di frequenze televisive per assegnare più spazio alle comunicazioni mobili cellulari. Per far entrare in una porzione di spettro più ristretta tutta la miriade di canali televisivi è stato necessario adottare dei sistemi di trasmissione video più avanzati come l’HEVC che permette una migliore qualità dell’immagine con minore occupazione di banda.

Cos’è il bonus TV?

Si tratta di un incentivo governativo teso ad alleggerire il peso della sostituzione del parco TV e decoder alle fasce più deboli. L’incentivo arriva a un massimo di 50 euro per nucleo familiare ed è riservato alle famiglie con ISEE fascia I e II (ISEE<21.265,87 euro). L’incentivo è di 50 euro (massimi) e si applica in maniera uguale a TV e a decoder. Nel caso dei TV verrà erogato interamente (costano tutti più di 50 euro); nel caso dei decoder concorreranno a coprire il costo del prodotto appunto fino a un massimo di 50 euro.

Come si ottiene il bonus TV?

Il bonus TV è erogato in forma di sconto direttamente all’acquisto agli aventi diritto e fino ad esaurimento dei fondi. Per ottenerlo, il cliente deve compilare un’autocertificazione in cui sottoscrive, sotto la propria responsabilità, di appartenere a un nucleo familiare ISEE I o II e che nessuno del proprio nucleo familiare ha già fruito del bonus TV. A questo punto, esibendo il proprio documento e il codice fiscale, si metterà in condizione l’addetto vendite di istruire la pratica sul sito dell’Agenzia delle Entrate per l’ottenimento del bonus TV: se i fondi sono ancora disponibili, arriverà immediatamente una sorta di voucher protocollato che corrisponderà a uno sconto di 50 euro in cassa.

Ma per avere il Bonus TV devo farmi fare la certificazione ISEE dall’INPS?

No, è sufficiente un’autocertificazione. Ovviamente il firmatario, che deve anche mostrare i propri documenti per la registrazione, risponde direttamente di eventuali dichiarazioni mendaci.

Come faccio a calcolare l’ISEE della mia famiglia?

L’INPS ha messo in linea un tool per il l’auto-determinazione dell’ISEE del proprio nucleo familiare, che si trova in SIMULAZIONE CALCOLO DELL’ ISEE. Non si tratta di un sistema di certificazione vero e proprio, che normalmente si ottiene tramite CAF a un costo intorno ai 30-40 euro, ma si uno strumento di simulazione che può aiutare a stabilire se si rientra o meno nelle fasce ISEE I e II.

 

I fondi del Bonus TV potrebbero finire?

Si, non si tratta di un “diritto” di tutte le famiglie con ISEE I e II, ma funziona a “esaurimento scorte”. Va detto che i fondi del 2019 (25 milioni di euro) non verranno quasi intaccati (si partirà quasi a fine anno); per il 2020 ne sono stanziati altri 76, che sommati a quelli di quest’anno, dovrebbero garantire circa 2 milioni di incentivi. Per il 2021 e il 2022, almeno per il momento ci sono solo 25 milioni per anno, ma il Governo si è espresso in diverse sedi dicendosi impegnato nell’identificazione di nuovi fondi.

Da quando potrò acquistare con il bonus TV?

Il decreto interministeriale MISE-MEF che regolamenta il bonus TV è stato firmato e, al momento in cui stiamo scrivendo, non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (cosa che potrebbe avvenire da un momento all’atro). Dal giorno della pubblicazione, il bonus TV sarà erogabile in negozio dopo precisamente 30 giorni. Il Governo conta di iniziare l’erogazione dei bonus TV nel corso del mese di dicembre 2019.

Si può avere l’incentivo per l’acquisto di qualsiasi TV o decoder?

No, sono necessari alcuni requisiti obbligatori. Innanzitutto il TV o il decoder deve essere DVB-T2 e HEVC compatibile (ma questo dovrebbe già essere verificato per legge) e disporre del profilo cosiddetto “Main 10”, ovverosia della capacità di ricevere trasmissioni a 10 bit. I decoder, poi, devono disporre di una uscita Scart o assimilabile, per poter funzionare anche con TV decisamente vecchi e non ancora HD. Infine, cosa non trascurabile, il produttore/importatore deve registrare i modelli compatibili con le specifiche di cui sopra sul portale del MISE: se questa registrazione non avviene, l’apparecchio, anche se dotato delle caratteristiche hardware richieste, non può fruire dell’incentivo.

Ricevono l’incentivo anche i decoder satellitari?

Sì, cosa che sanno in pochi. Infatti, per un principio di neutralità tecnologica, il Governo ha deciso di ricomprendere fra gli apparecchi eleggibili qualsiasi sistema atto alla ricezione radiotelevisiva, come per esempio un decoder Tivusat. A patto ovviamene che il produttore/importatore lo registri sul portale del MISE come apparecchio adatto al Bonus TV.

Il Bonus TV è applicabile anche alle CAM Tivusat?

Da un punto di vista concettuale, una CAM Tivusat abilita chi ha un TV compatibile ma non DVB-T2 HEVC a continuare la visione anche dopo lo switch off, quindi potrebbe essere oggetto di incentivo. Ma la lettura delle indicazioni del Ministero non lascia spazio a dispositivi di questo tipo:

[…] si ritiene che debbano essere considerati idonei al contributo gli apparecchi atti a ricevere programmi e servizi radiotelevisivi – dotati in caso di decoder anche di presa o di convertitore idonei ai collegamenti alla presa SCART dei televisori – attraverso interfacce di programmi (API) aperte, a prescindere dalla piattaforma tecnologica scelta dal consumatore, sia essa terrestre, satellitare e, ove disponibile, via cavo. Gli apparecchi da utilizzare per il digitale terrestre, dovranno incorporare la tecnologia DVB-T2 HEVC, main 10 […]

La CAM non dispone di per se stessa né di tuner ne di capacità di decodifica HEVC, quindi, salvo novità dell’ultima ora, sembra esclusa dai contributi.

Per ricevere il bonus TV posso andare in qualsiasi negozio?

No, solo in quelli che hanno aderito al programma Bonus TV e si sono registrati in questo senso sul sito dell’Agenzia delle Entrate: aderire al Bonus TV, infatti, non è obbligatorio ma solo su base volontaria. In realtà, la stragrande maggioranza dei negozi specializzati aderirà con entusiasmo e non dovrebbero esserci problemi a trovarne uno vicino al proprio domicilio; ma non è da escludere che qualche punto vendita, magari i supermercati o negozi non specializzati, decidano di non aderire al Bonus TV. Bisognerà, quindi, per avere lo sconto, andare in un negozio che ha deciso di erogarlo.

Il Bonus TV sarà erogato anche per gli acquisti online?

Teoricamente sì, senza nessuna differenza rispetto al negozio fisico. Ma proprio per questo (la pratica va fatta manualmente) risulta difficile pensare che, fino a che non venga congegnato un sistema diverso (tipo web connector), il Bonus TV possa essere erogato online in una transazione istantanea. Sarà necessario lasciare il carrello in sospeso fino a che un operatore in carne e ossa non prende in mano la pratica, inserisce i dati nel portale dell’Agenzia delle Entrate e ottiene l’OK. A quel punto può concludersi la vendita scontata. Probabilmente più avanti verranno trovate contromisure tecniche per permettere l’erogazione istantanea del Bonus TV anche per gli acquisti online.

Chi vede il digitale terrestre attraverso il decoder di Sky, avrà problemi con lo switch off?

Il box Sky Q integra anche il tuner digitale terrestre ed è già in standard DVB-T2 HEVC, quindi non avrà alcun problema. Diverso è per chi vede il digitale terrestre attraverso la “digital Key” collegata al decoder Sky tradizionale: in quel caso sarà necessario passare a Sky Q (a meno che Sky non rilasci una nuova versione della chiavetta) oppure vedere tutti i canali solo nella loro versione satellitare (alcuni però vanno sintonizzati manualmente sul decoder Sky).

Come capire se la tv supporta il nuovo standard 

Come capire se la propria tv supporta il nuovo standard? Esiste un test molto semplice da fare e che consiste nel sintonizzarsi sui canali dal 501 in avanti. Se visualizzate l’immagine, almeno fino al 2022 potete stare tranquilli. Se, invece, non visualizzate niente oppure se riuscite a sentire l’audio ma senza l’immagine, allora il vostro televisore non supporta neanche il formato MPEG4 e, perciò, dal 1° settembre 2021 non vedrete più alcun canale.

Come si fa ad essere certi che il proprio TV sia compatibile con le nuove trasmissioni?

Al momento non si può esserne completamente certi, tocca fidarsi delle schede tecniche, visto che non ci sono ancora trasmissioni in onda nel nuovo formato. Per avere un TV veramente a prova di futuro, bisogna sincerarsi (guardando per esempio il manuale) che il tuner sia DVB-T2 e sia garantita la compatibilità con la codifica HEVC a 10 bit. Attenzione, però: alcuni manuali di TV comunque compatibili, non riportano tutte queste informazioni. Quindi, per avere la certezza dell’incompatibilità del proprio TV bisognerà aspettare che passi qualche mese: per il primo semestre 2020 dovrebbe andare in onda un canale test con un cartello trasmesso in DVB-T2 HEVC a 10 bit (che è il formato obiettivo per l’era post 2022): tutti coloro che vedranno questo canale senza problemi non dovranno fare nulla; gli altri, se vorranno andare avanti a vedere il digitale terrestre, dovranno o cambiare TV o affiancare a quello vecchio un decoder di nuova generazione.

Meglio un nuovo decoder o una nuova televisione?

Chi possiede televisori che, ad ora, non sono in grado di ricevere i segnali trasmessi in DVB-T2 o che non riescono a decodificare lo standard H265/HEVC, sarà costretto a dover prendere un decoder per poter vedere correttamente tutti i canali oppure a cambiare televisore. I decoder sono già in vendita nei negozi di elettronica a un prezzo che va dai 30 ai 250 euro.

Come capire se la tv supporta il nuovo standard 

Come capire se la propria tv supporta il nuovo standard? Esiste un test molto semplice da fare e che consiste nel sintonizzarsi sui canali dal 501 in avanti. Se visualizzate l’immagine, almeno fino al 2022 potete stare tranquilli. Se, invece, non visualizzate niente oppure se riuscite a sentire l’audio ma senza l’immagine, allora il vostro televisore non supporta neanche il formato MPEG4 e, perciò, dal 1° settembre 2021 non vedrete più alcun canale.

Meglio un nuovo decoder o una nuova televisione?

Chi possiede televisori che, ad ora, non sono in grado di ricevere i segnali trasmessi in DVB-T2 o che non riescono a decodificare lo standard H265/HEVC, sarà costretto a dover prendere un decoder per poter vedere correttamente tutti i canali oppure a cambiare televisore. I decoder sono già in vendita nei negozi di elettronica a un prezzo che va dai 30 ai 250 euro.

Ma non si può vedere la TV senza digitale terrestre

Certamente sì, per esempio, attraverso tivusat, il bouquet satellitare gratuito che ha tutti i canali fondamentali del digitale terrestre (anche in qualità migliore), più una serie di canali HD e 4K che non vanno sul terrestre. Oppure, pur con alcuni limiti, è possibile anche fruire di contenuti via Internet direttamente sulle smart TV. Ma non c’è dubbio che l’abitudine tipicamente italiana sia quella di fruire i programmi TV in diretta attraverso il digitale terrestre.

I modelli di televisori interessati dal nuovo standard TV

I modelli di Tv acquistati dopo il 1° gennaio 2017 devono essere per legge in grado di ricevere il DVB-T2 e di decodificare il formato video HEVC. Quelli venduti fra il 2013 e il 2017 potrebbero essere già in grado di ricevere il DVB-T2 ma ben pochi, al massimo dal 2016 in avanti, supportano il formato HEVC.

Le Tv che avranno bisogno di essere integrate con un decoder, al momento sono di quattro tipi.

  • Tv antecedenti al 2010. Ricevono il segnale attraverso il digitale terrestre, ma già da ora potrebbero non mostrare i canali in alta definizione perché sprovvisti del supporto al codec MPEG4.
  • Tv del periodo 2010-2014. Ricevono in digitale terrestre, inclusi i pochi canali in alta definizione codificati in MPEG4.
  • Tv del periodo 2014-2015. Supportano lo standard DVB-T2, ma non quello più recente codec H265/HEVC.
  • Tv del periodo 2015-2016. Supportano lo standard DVB-T2 e il più recente codec H265/HEVC.

Intanto, questo slittamento del passaggio, deciso dal MISE, concederà al mercato (e ai consumatori) altri mesi per “smaltire” il più possibile i televisori non abilitati alla ricezione del nuovo digitale terrestre.

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