Collegato Ambiente – Semplificazioni per 100.000 imprese del settore benessere

Disco verde. Definitivo. Lunedì 18 è stato pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale” la norma, contenuta nel “Collegato ambiente”, che introduce un’importante semplificazione per la gestione dei rifiuti speciali pericolosi prodotti ogni giorno dalle piccole imprese a “ridotto impatto ambientale”.

Parliamo di estetisti, parrucchieri, barbieri, tatuatori, piercer, tutti destinati ad usufruire di un drastico abbattimento degli adempimenti burocratici. Fino ad oggi era necessario compilare, e conservare, ben tre registri dei rifiuti pericolosi: il registro di carico e scarico, il registro della comunicazione al catasto dei rifiuti mediante il Mud e il formulario di trasporto rifiuti per la consegna al trasportatore che li avvia ai soggetti autorizzati allo smaltimento. Ora ne basterà uno solo: il formulario di trasporto. Rimane invariata la possibilità di “tracciare il rifiuto”, ma ci sarà una secca potatura delle scartoffie.

Va detto che questa semplificazione era già prevista, ma solo per i rifiuti classificati come “taglienti monouso a rischio infettivo” (aghi, lamette e così via) e con un paradosso: l’azienda che ne beneficiava, era poi costretta per tutti gli altri rifiuti a fare comunque fronte agli obblighi dei tre adempimenti. Adesso per oltre 100mila imprese si volta pagina definitivamente.

Se un’impresa, in base al codice Ateco, appartiene al settore “benessere”, la gestione burocratica di tutti i suoi rifiuti viene semplificata al massimo. Queste imprese, inoltre, sono escluse dal Sistri, indipendentemente dal numero di addetti.

“Questa importante semplificazione – dichiara il presidente di CNA Benessere e Sanità, Antonio Stocchi – è il risultato dell’impegno e della mobilitazione della CNA per alleggerire procedure di gestione dei rifiuti palesemente sproporzionate. Una richiesta che è stata finalmente accolta dal Parlamento. Un piccolo, ma significativo, passo in avanti verso la possibilità di conciliare l’interesse generale alla tracciabilità dei rifiuti pericolosi con la sostenibilità economica degli obblighi amministrativi e burocratici che questa comporta”.

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