CNA: “Vertenza BTP. E se ci fossero soluzioni migliori?”

PRATO (9.06.2011) – Espresse preoccupazioni nel vertice CNA con le imprese fornitrici colpite dal crac BTP, per le notizie lette sui giornali della vendita del ramo pubblico alla newco di Raiola.

“Non possiamo entrare nel merito dei numeri – dice FABIO MAZZANTI Direttore della CNA di Prato –  perché ovviamente non li possiamo conoscere. Una cosa però non ci convince: dalle informazioni ricevute dalle nostre imprese associate appare chiaro che se scindiamo l’attività della BTP fra cantieri pubblici e cantieri privati, questi ultimi rappresentano il settore in maggior difficoltà e con peggiori prospettive, non fosse altro per la crisi dell’edilizia che non dà segnali di ripresa e che conseguentemente fa presagire molto invenduto fra le case in via di costruzione”.

Insomma, aggiunge Mazzanti, “se dovessimo dire che in BTP c’è un meglio  e un peggio diremmo che il buono è il settore pubblico e il meno buono quello privato. Sarebbe meglio allora che i due rami di azienda fossero ceduti insieme, allo stesso compratore, garantendo così maggiori possibilità di equilibrio fra lavoratori e soprattutto fornitori dei due settori oltre che maggiori prospettive all’intera azienda.

Facile risponderci che in casi come quello di BTP si fa quello che si può, ma allora la domanda è : “per quale motivo non si è fatto o non si fa di tutto per verificare fino in fondo la possibilità di una proposta di  acquisizione dell’intera azienda  che a detta dei giornali sarebbe emersa, anche in seguito  all’impegno del Presidente della Regione da parte della CCC, che indubbiamente è un colosso italiano del settore e decisamente affidabile?”

Sono molti i fattori che a mio giudizio dovranno essere valutati da Commissario e Giudice del Tribunale di Prato – afferma poi ANSELMO POTENZA Presidente CNA –  prima di concludere qualsiasi atto di cessione. Oltre ovviamente ai valori dell’offerta economica ed alla garanzia dei posti di lavoro, ha un senso valutare la soddisfazione dei fornitori che poi sono aziende del settore, piccole e medie che occupano complessivamente oltre 3.000 addetti. Per queste imprese e per questi lavoratori, oltre al problema di riscuotere i lavori fatti e consegnati alla BTP, c’è anche il problema del futuro che sarebbe più garantito da un nuovo  gruppo  forte e fortemente radicato sul territorio toscano. Per questo noi ci auguriamo che Commissario e Tribunale facciano del loro meglio per verificare fino in fondo anche le nuove opportunità che si sono affacciate. Poi –  conclude Potenza – ovviamente nel rispetto dei ruoli, noi pensiamo che Regione, Province e Comune di Calenzano, debbano essere considerati interlocutori  fondamentali in questa crisi aziendale”.

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