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CNA Turismo e Commercio: “Tra pandemia e guerra in Ucraina il settore rischia di collassare. La politica dia risposte”

CNA Turismo e Commercio esprime forti preoccupazioni per le conseguenze che il drammatico attacco russo allUcraina –  che condanna fermamente – rischia di far piombare su un settore già messo in ginocchio dalla pandemia.

Come sottolineato dalla Presidente di CNA Turismo e commercio Toscana Centro, Elisabetta Norfini: “è un momento davvero durissimo per le imprese del comparto, che vedono nuovamente allontanarsi le prospettive di ripartenza post-pandemia su cui contavano per rialzarsi da una crisi che dura da più di due anni.  E’ una mazzata doppia, visto che arriva dopo l’unica buona notizia di allentamento delle misure per i turisti esteri provenienti dai Paesi  extra-europei, che potranno entrare in Italia alle stesse condizioni dei cittadini comunitari (cioè con certificato di vaccinazione o di guarigione o test negativo, senza necessità di quarantena). Ora speravamo nelle vacanze pasquali e nell’allentamento delle misure, fortemente voluto da CNA, per dare una boccata di ossigeno a questo comparto, una speranza che ora è ridotta al lumicino per questa insensata crisi internazionale che condanniamo con forza.

Già nella fase pandemica la mancanza di adeguati ristori, rimasti praticamente solo sulla carta, ha messo a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese del turismo e del commercio: circa 1.000 imprese solo sul nostro territorio, e ora, senza un cambio di rotta, il rischio concreto è quello di una ondata di chiusure e di licenziamenti, prima di tutto nelle città e nei borghi d’arte, un fenomeno destinato ad allargarsi a macchia d’olio in tutta Italia, che desertificherà ulteriormente i centri cittadini. CNA si sta battendo a tutti i tavoli di confronto per chiedere ulteriori misure e stimolare nuovi investimenti conclude Norfini –  e al contempo lavora per mettere in campo nuove progettualità e strumenti, anche finanziari, che possano aiutare concretamente le aziende del settore, ma adesso è la politica a dover dare risposte rendendosi conto degli elevatissimi costi, anche sociali, che questa crisi potrebbe avere sulleconomia dellintero Paese e del nostro settore.

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