A Pistoia anche la progettualità formativa, elemento strategico dello sviluppo delle attività produttive, ha un urgente bisogno di nuova linfa. Servono investimenti e un ripensamento serio finalizzato ad un concreto piano di rilancio. Per questo è necessaria la rapida definizione di una proposta progettuale che coinvolga Regione, Provincia, Comune, organizzazioni datoriali, Fondazione CariPT, CCIAA, UniSer, parti sociali e ovviamente le scuole, per definire rapidamente un’idea progettuale su cui far convergere investimenti istituzionali”.
Ad accendere i riflettori sulle carenze progettuali sulla formazione professionale- elemento di competitività strategica per Pistoia – è Elena Calabria, presidente dell’area territoriale Pistoia città di CNA Toscana Centro, che spiega: “La recente notizia della chiusura dei due corsi ITS mette il nostro territorio di fronte a un problema reale sulla mancanza di visione e di prospettiva per mantenere e valorizzare le competenze del territorio nei nostri settori economici più importanti.
Cessano due esperienze formative importanti ma non si intravedono progetti e prospettive mirate ad innalzare il livello dell’istruzione tecnica e delle competenze che servono alle imprese. Di fatto, da tempo il sistema territoriale non ha un’idea progettuale su come investire in miglioramenti e aggiornamenti per l’istruzione e la formazione professionale nei settori e le filiere che tengono in piedi l’economia locale, come la meccanica. Eppure ci sono territori vicini, come Lucca e Prato che hanno messo al centro delle proprie priorità politiche questo tema: Prato con il progetto “Circular City” e Lucca con gli investimenti sull’ITS per il settore cartario.
Ecco dunque che anche su questo tema Pistoia ne esce come una specie di “cenerentola”, indebolita dalla mancanza di un progetto ad hoc per l’istruzione tecnica e le relative infrastrutture di supporto, quando dovrebbe invece fare ogni sforzo per puntare ad avere dei laboratori stabili moderni per la formazione scolastica e post scolastica sui settori chiave, a partire dalla meccanica.
Non dimentichiamoci inoltre che gli investimenti del PNRR che potranno interessare anche la didattica laboratoriale premieranno i territori con progetti pronti e idee definite e condivise, e questa è un’occasione unica che non possiamo rischiare di perdere, così come non possiamo permetterci di rinunciare ad imprese che per mancanza di opportunità formative decidano di emigrare altrove”.