Due giorni di analisi, confronti e proposte dedicati al settore moda quelli che CNA Federmoda ha realizzato venerdì 19 e sabato 20 aprile scorsi presso il Campus santa Monica dell’Università Cattolica di Cremona. I lavori sono partiti da una disamina dell’attualità del settore grazie all’indagine realizzata dall’Area Studi e Ricerche di CNA per poi passare ad immaginare gli scenari futuri ed avanzare proposte alla politica. Sono stati indagati gli impegni ai quali verrà chiamato il settore in considerazione delle norme sempre più stringenti in tema ambientale ma anche per quanto riguarda i doveri di trasparenza così come è stata ribadita la necessità di salvaguardare quello che è un valore assoluto per il Made in Italy. Il tutto nell’ambito dell’ottava edizione del format “Made in Italy: Valore Economico Sociale Etico!”, promosso e organizzato da CNA Federmoda.
La mattinata di sabato 20 aprile è stata l’occasione per un confronto aperto tra i rappresentanti di CNA e i rappresentanti della politica.
I lavori aperti con i saluti e gli interventi del Sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, del Presidente di CNA Cremona, Marcello Parma e del Presidente Nazionale CNA, Dario Costantini sono stati coordinati dal Responsabile Nazionale CNA Federmoda, Antonio Franceschini e sono proseguiti con una tavola rotonda che ha visto gli interventi in presenza delle europarlamentari Patrizia Toia e Maria Angela Danzì ed in video collegamento Lara Comi e Silvia Sardone. È inoltre intervenuto in presenza l’on. Fabio Pietrella co-presidente del Gruppo interparlamentare moda mentre le conclusioni sono state tenute da Marco Landi, Presidente Nazionale CNA Federmoda.
“Siamo al lavoro per prepararci alle elezioni europee – ha detto Costantini – con una organizzazione interna senza precedenti. Molti incontri sul territorio per diffondere il nostro manifesto. Obiettivo della CNA è influire “sull’Europa che verrà.” È necessario tutelare “le nostre imprese colpite dalla concorrenza sleale, realizzare la transizione green con un percorso sostenibile e realistico con i tempi e le esigenze delle Pmi”, ha sottolineato Costantini ricordando che “valore economico, sociale e etico sono i principi che ispirano le politiche della Confederazione”.
Al riguardo il presidente Nazionale ha evidenziato le iniziative nella settimana del Made in Italy, l’impegno costante per il decreto Transizione 5.0 che ha visto un ruolo determinante della CNA e che rappresenta una rilevante opportunità per migliorare la competitività delle piccole imprese. In questa prospettiva il settore della moda mostra numeri molto interessanti nell’efficientamento energetico, con risparmi superiori al 60% (contro il 30% della grande distribuzione) e un costo-efficacia migliore delle grandi industrie.
Un dibattuto quindi focalizzato sulle normative europee, soprattutto in tema di transizione green e di lotta alla concorrenza e sulle proposte che CNA Federmoda presenterà al Governo già in occasione di un prossimo incontro al MIMIT per consentire alla filiera moda di mantenere il ruolo da protagonista che ha nel panorama internazionale.
“Un’occasione per ribadire alla politica il ruolo che il sistema moda ha nel panorama economico e sociale del Paese e la necessità di intervenire con misure immediate per sostenere il settore in un momento di particolare difficoltà, causato dalla coincidenza di una congiuntura negativa che caratterizza oggi il settore, le implicazioni geopolitiche internazionali e il momento di stallo in cui versano anche i grandi player della moda che hanno in sostanza sospeso le commesse verso i terzisti”. – ha dichiarato Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale CNA Federmoda – “Nonostante questo la moda made in Italy ed il nostro sistema continuano a godere di grande interesse nel panorama internazionale e per questo dobbiamo prevedere anche misure di prospettiva quali investimenti infrastrutturali sui distretti, sia dal punto di vista fisico che digitale e sostegno alla ricerca e innovazione – ha continuato Franceschini”.
Marco Landi, Presidente Nazionale CNA Federmoda ha ribadito come una delle richieste che l’Unione delle imprese del settore moda della CNA al Governo si un piano di rilancio teso a sostenere la capitalizzazione delle PMI e l’aggregazione tra imprese al fine di dotare il settore di maggior massa critica mantenendo flessibilità.