Bettazzi e Giusti: “Prato merita una rappresentanza in consiglio regionale. Subito un Piano di rilancio del territorio per contrastare la caduta del PIL”
“ E’ innegabile che il Il peso economico e il Pil prodotto da questo territorio, che conta oltre 10.000 imprese artigiane, dovrebbe tradursi in una rappresentanza politica nel futuro governo regionale”.
A urne chiuse e risultati acclarati, il mondo delle piccole e medie imprese rappresentato da CNA Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato, , lancia un messaggio ai vincitori della tornata elettorale, mettendo sul piatto una chiara lista di priorità attraverso la voce dei due presidenti, Claudio Bettazzi e Luca Giusti.
Questo voto, sottolineano i due Presidenti, ha evidenziato il bisogno di stabilità e di certezze rispetto al cambiamento, e ora diventa strategico riportare al centro dell’azione politica regionale e territoriale, l’economia reale: l’unica in grado di sostenere occupazione e lavoro a Prato. Parliamo di due assi portanti dello sviluppo regionale, che mai come in questo momento subiscono il contraccolpo della crisi innescata dall’emergenza sanitaria dalla quale, tuttavia, le imprese stanno seppur faticosamente provando a rialzarsi”
Le stime, ad oggi, parlano di una possibile caduta del Pil pratese del 13% nel 2020 (Istat), e per evitarlo, ribadiscono Giusti e Bettazzi ai nuovi vertici istituzionali, “il punto da cui ripartire è dunque un nuovo piano di ricostruzione e di investimenti per il territorio, che noi siamo disponibili a progettare insieme alle istituzioni, e che dovrà mettere al centro dell’agenda politica temi chiave per far ripartire l’economia: l’innovazione e digitalizzazione delle imprese e delle città, la manifattura di qualità, l’economia circolare, il taglio degli oneri generali sull’energia elettrica delle imprese, l’enorme vocazione turistica, culturale e ambientale di questo territorio, per restituire alle nostre imprese il ruolo di protagoniste che hanno sempre avuto. A questo vanno aggiunti gli interventi sulle infrastrutture, necessarie a favorire un flusso dinamico di merci e persone tra i centri principali, azioni per la demolizione di una burocrazia nemica delle imprese e sostegni alla liquidità e al credito, magari attraverso i bond di distretto e strumenti finanziari a sostegno di progetti che orientino sul nostro territori le risorse europee in arrivo.
Infine, ma non ultimi, due sono i temi caldi sui quali intervenire immediatamente: da un lato l’esigenza di un piano regionale che, anche attraverso nuove infrastrutture, risolva il problema dei rifiuti con ricadute in termini di impatto ambientale e di produzione di energia – (e di un Ato unico che introduca tariffazioni più eque e sostenibili per le imprese); dall’altro l’individuazione di risorse specifiche dedicate alla riorganizzazione della filiera produttiva del distretto”.