La prima tappa di un percorso, con l’obiettivo di declinare principi e valori in azioni concrete a tutela dell’artigianato. È con questo spirito che CNA Toscana Centro e Confartigianato Pistoia si sono riunite nella splendida cornice del Convento di Giaccherino per la firma della Carta internazionale dell’Artigianato Artistico, siglata dalle due associazioni e dal Comune di Pistoia, rappresentato nell’occasione dal sindaco Alessandro Tomasi. Con loro anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, che ha rilanciato i motivi che hanno spinto la Regione ad aderire al documento già nei mesi scorsi.
“Per la prima volta con questo Manifesto – ha sottolineato nel suo intervento Elena Calabria, presidente di CNA Toscana Centro – si riconosce in maniera ufficiale il valore dell’artigianato artistico. Compito delle nostre associazioni – ha ribadito Calabria – è quello di tutelare questo mondo, incentivarlo e aiutarlo a crescere perché si tratta di un modello che ha una rilevanza sociale che non ha eguali nel mondo”.
“Una Carta che nella sostanza – gli ha fatto eco Simone Balli, presidente di Confartigianato Pistoia – riconosce il valore economico, culturale e sociale dell’artigianato artistico; non solo una serie di principi etici e valoriali, ma anche proposte concrete. Tra queste, la volontà comune di investire in comunicazione e promozione dei prodotti, ma anche nell’internazionalizzazione (partecipazione a fiere e saloni), ricerca, innovazione e formazione”.
Parole importanti anche quelle pronunciate dal sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che ha definito un “atto politico” la scelta di firmare la Carta: “Abbiamo deciso di far nostro il documento perché ci crediamo fortemente – ha ribadito Tomasi”. “Due sono i concetti chiave: l’artigianato artistico come elemento di identità dei popoli e la concezione delle imprese artigiane come depositarie di conoscenze non replicabili altrove. La firma di oggi – ha proseguito il sindaco – è un modo per tutelare il nostro artigianato e per dire che l’amministrazione c’è ed è consapevole che gli artigiani non concorrono solo al Pil, ma tengono vive tradizioni che altrimenti rischierebbero di scomparire. Questa città – ha concluso il primo cittadino – ha bisogno di un rilancio e l’artigianato dovrà giocare un ruolo importante nella partita”.
Sul ruolo della Regione e sulla rilevanza dell’artigianato nei territori di Pistoia e Firenze si è espresso il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani: “Da sempre – ha spiegato Giani – l’artigianato rappresenta una dimensione familiare, generazionale, che ha saputo trasmettere ingegno, creatività, passione, adattamento ai tempi. La bottega è il simbolo del nostro territorio, ma nei secoli è cresciuta e si è trasformata. Tutto questo oggi rappresenta un marchio unico al mondo, e come tale va tutelato. Noi come Regione cerchiamo di valorizzare tutto ciò che è Made in Tuscany”.
Attesissimo l’intervento del professor Vittorio Sgarbi, che ha parlato a tutto tondo, nel suo stile frizzante e provocatorio, non solo del rapporto tra arte, artigianato e cultura nella storia, ma anche del ruolo svolto dalla città di Pistoia nell’anno in cui è stata nominata Capitale italiana della cultura. Sul punto, Sgarbi non ha usato mezze misure, bollando il prestigioso riconoscimento come “un’occasione persa” per la città, che non ha saputo promuoversi adeguatamente in un anno così importante. Poi, entrando nel tema della conferenza, Sgarbi ha definito la Toscana “l’università dell’artigianato”, ed ha insistito sulla necessità di un rilancio del settore, che in questo particolare momento storico si trova ad un bivio: “Se finisce l’artigianato finisce l’arte. Voi avete una grande responsabilità che lo stato non può non riconoscere. L’arte altro non è che un’evoluzione dell’artigianato; l’arte è quello che la mente produce, l’artigianato è quello che le mani eseguono. Il rischio però – ha sottolineato Sgarbi – è che l’artigianato venga schiacciato dai centri commerciali. La soluzione c’è, ed è quella dell’unicità, dell’irripetibile, che però implica un’altissima tensione esecutiva, ma che è anche l’unico grande vantaggio che abbiamo nei confronti della Cina, che non riesce ad imitare l’eccellenza italiana. Su questo dobbiamo insistere, magari partendo proprio da Pistoia”.