PRATO – L’accesso al credito scende ai minimi termini e l’aumento dei costi mette a rischio la ripresa. Cna lancia l’allarme attraverso Stefano Betti, vicepresidente con delega al credito al quale chiediamo che cosa sta succedendo nel rapporto tra banche e imprese.
“Alla sempre minore disponibilità del sistema bancario a finanziare le imprese si è unito un aumento quasi quotidiano del costo del denaro. Da ottobre tutti gli istituti hanno rialzato drasticamente gli spread (in alcuni casi triplicandoli). Di riflesso, dopo 3 anni di crisi, le imprese fronteggiano una crisi di liquidità senza precedenti e al tempo stesso si penalizza chi sta riprendendo ad investire. Infatti registriamo un aumento delle richieste per investimenti ai quali però non corrispondono adeguati sostegni finanziari”.
Ma non è tutto. “Purtroppo no, perchè questa tendenza rischia di vanificare tutti gli sforzi che la Regione e il sistema dei Confidi stanno facendo per alimentare la liquidità degli investitori. Un esempio? I finanziamenti a tasso zero che la Regione ha stanziato per gli artigiani e sui quali Artigiancredito sta garantendo i tempi di risposta il più rapidi possibile: senza un sostegno parallelo delle banche, questo strumento perde di incisività. Abbiamo avuto imprese che hanno rinunciato al contributo (di solito copre il 60% dell’investimento) per la difficoltà di sostenere la parte restante”
In un quadro di crisi mondiale, Prato paga pegni peggiori di altre città?
“I problemi non nascono e non muoiono a Prato e sono purtroppo internazionali. Oggi è fermo il mercato interbancario e gli istituti devono rincorrere i più cari prestiti della BCE o l’ancor più cara provvista incentrata sui depositi (oggi un deposito vincolato a 12 mesi arriva ad un tasso del 5%) oppure sui prestiti obbligazionari (che arrivano anche al 7%). In più, il continuo abbassamento del rating del sistema Paese aggrava ulteriormente la situazione”.
La responsabilità dunque non è tutta delle banche?
”Non tutta, ma va detto che le banche non sono esenti da colpe, sia per le inefficienze interne che continuano a scaricare sul mercato, sia per la scarsa patrimonializzazione che si registra da troppo tempo, la cui soluzione non aiuta certo l’abbassamento dei tassi. Anzi”.
In prospettiva dunque quali strategie sta percorrendo Cna per sostenere le proprie imprese?
”A Prato monitoriamo quotidianamente sia la disponibilità di finanziamento delle banche, sia i relativi costi per fornire la massima assistenza agli associati, orientandoli e intervenendo su eventuali abusi. Poi abbiamo un rapporto consolidato con gli istituti del territorio e i confidi toscani, a partire dal nostro Artigiancredito. Questo però non può bastare se nell’agenda delle istituzioni, Governo in primis, non si pone come prioritaria la questione del credito e il sostegno ai Confidi come strumento chiave della politica industriale per raggiungere più imprese possibili. Al contempo, vanno trovati nuovi strumenti per ridurre la necessità di liquidità delle imprese e in questo senso va nella direzione giusta il protocollo tra Regione, enti locali e banche per l’anticipo dei crediti con la p.a. E tutto questo, a patto che si ricostruisca la credibilità del Paese e la sua finanziabilità. Operazione che solo il Governo può e deve fare, da subito”.
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