PRATO (24.09.09) – Sul congelamento della legge per il Made in Italy “le reazioni si limitano al bla, bla, bla, solo chiacchiere in politichese – dice Claudio Bettazzi, presidente della Cna di Montemurlo e vicepresidente Cna provinciale – Trovo assurdo continuare così senza garantire risposte concrete ad una città che certo non ha chiacchiere nella propria tradizione.
La vicenda del Made in Italy è la cartina al tornasole: facile stare tutti insieme e decidere di volta in volta di chiamarsi fuori se gli altri chiedono di affrontare problemi che non fanno comodo”. Il riferimento di Bettazzi è chiaro: “Marini e la sua associazione hanno detto l’ennesimo “no” a confrontarsi al tavolo del distretto con il contoterzi e con tutto il sistema manifatturiero per affrontare il problema dell’organizzazione della filiera e trovare, insieme, soluzioni che garantiscano un minimo equilibrio economico a tutti e ridisegnino l’organizzazione produttiva del distretto.
Gli industriali non vogliono neppure parlare di difesa del Made in Italy, quello vero cioè fatto tutto in Italia, ed anche questo chiarisce il loro solito obiettivo: ottenere risorse pubbliche per continuare meglio sulla strada di sempre; quella che ha messo in ginocchio le imprese pratesi e il loro conto terzi. Certo che serve anche una legge europea di tutela dei marchi, ma se non siamo noi i primi a difendere il Made in Italy chi altro potrà farlo? Il fatto di congelare questa legge – prosegue Bettazzi – significa tornare al passato: basta mettere un bottone in Italia per trasformare magicamente tutta la produzione, fatta all’estero, in Made in Italy. Questo vale per ogni comparto produttivo e ciò dimostra che non c’è la volontà di tutelare le lavorazioni di eccellenza pratesi ma basta fare business, ad ogni costo, alle spalle di tutto il manifatturiero.
Ma cos’altro serve per far capire che il prodotto Made in Italy di qualità è l’unico che può avere un buon futuro nel mondo e che la rincorsa dei prezzi bassi suona a morto per tutti noi?”. “La Cna è impegnata nelle azioni di lobby a Roma – dice ancora Bettazzi – con risultati di ascolto nella Cna nazionale di cui nessuno può lamentarsi e siamo anche impegnati su ogni iniziativa finalizzata a mettere insieme i pratesi. Ma possibile che anche questa unità debba pesare tutta sulle spalle dei più deboli perché gli industriali per l’unità non fanno assolutamente niente? Dimostratemi che ho torto: impegnatevi nell’unità dei pratesi anche nella difesa del Made in Italy, che sta a cuore anche a tanti vostri associati, ed impegnatevi ad un confronto serio con piccole imprese e terzisti su come riorganizzare il distretto senza far chiudere chi ha investito per anni al fine di sostenere anche i vostri programmi. Personalmente non condivido un gran che chi, per manifestare, va a chiedere l’elemosina – conclude Bettazzi – ma di questo passo i terzisti ma anche tutti gli imprenditori che fanno manifattura ci andranno non per protesta, ma per sopravvivere”.