Bettazzi: “Sulla Tari è tutto da rifare. Senza risposte siamo pronti alla rivolta fiscale”

“Nessuna risposta dall’ATO Toscana Centro e dai comuni dell’area metropolitana che avevamo invitato all’istituzione immediata di una consulta tecnica per definire un regolamento unico di gestione dei rifiuti urbani e di igiene ambientale e conseguente sottoscrizione di un patto tra il mondo delle imprese, gli enti locali e l’ATO” .

Sulla cna incontro sindacoTari, Claudio Bettazzi presidente CNA rilancia un problema annoso e inascoltato.

“Ribadiamo che la tari dal 2014 è un tributo comunale destinato a finanziare i costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Negli anni sono cambiati i nomi ma rimaste inalterate incongruenze normative ed applicative, con un’imposizione che non è mai stata modulata sull’effettivo utilizzo di un servizio e sulla produzione reale di rifiuti urbani od assimilati. Il tutto a discapito delle imprese.

Un esempio per tutti: una carrozzeria di 500 mq paga 999 euro l’anno di Tari a Firenze, dove la tariffa al metro è di 9,99 euro, e 1870 euro l’anno a Prato, dove la tariffa al metro è di 6,80 euro. La colpa della disparità sta tutta nella differenza dei regolamenti comunali sui rifiuti. A Firenze, infatti, l’amministrazione applica alle imprese che producono rifiuti speciali e che se li smaltiscono da soli, una sconto dell’80% sulla superficie tassabile. A Prato lo stesso sconto è del 45%. Da qui le difformità. Questa carrozzeria paga quindi due volte per la gestione dei propri rifiuti: obbligata da una parte a sborsare la Tari e dall’altra a doversi gestire i propri rifiuti con smaltitori professionali. Lo dice il Ministero che “non può ritenersi corretta l’applicazione del prelievo sui rifiuti alle superfici specificatamente destinate alle attività produttive”.

Non solo. Dice Bettazzi “Se guardiamo Prato, le criticità diventano ancora più pesanti se non risolviamo tutti insieme anche i problemi legati all’illegalità diffusa e all’evasione fiscale dovuta al fenomeno dello smaltimento dei rifiuti. Noi chiediamo equità, uniformità ed economicità. Equità perché tutti paghino in base alla quantità di rifiuti realmente conferiti, per una ripartizione realistica del peso e dei costi tra utenze domestiche e non domestiche, per premiare i comportamenti virtuosi e punisca quelli scorretti. Chiediamo uniformità perché serve un regolamento unico di gestione dei rifiuti urbani e assimilati per tutti i comuni dell’Ambito territoriale. Economicità perché una norma nazionale (L. 147/2013) finalmente aveva chiarito la base imponibile, cioè le superfici assoggettabili. Purtroppo però tale norma è stata totalmente disattesa dai Comuni nei Regolamenti, tanto che il Ministero delle Finanze ha dovuto emanare una specifica risoluzione per ribadire tali principi.

Se Ato e istituzioni dovessero continuare a far orecchie da mercante, la nostra battaglia sarà quella di invitare tutte le imprese a rivolgersi ai nostri uffici per calcolare esattamente le cifre dovute al Comune sulla base reale della propria produzione rifiuti. E allora, volenti o nolenti,  sarà rivolta fiscale.

 

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