“E’ finita l’era dell’ascolto. Alle imprese servono provvedimenti e governi solidi o Prato non rialzerà la testa”. Ad affermarlo con chiarezza al rientro dalle ferie è Claudio Bettazzi, presidente Cna, che fa il punto sul distretto e focalizza le tappe cruciali dell’organizzazione insieme a Cinzia Grassi, Direttore Cna fresca di nomina.
Presidente, chiusa la pausa estiva c’è chi parla di leggera ripresa. Che segnali si registrano a Prato ?
“Abbiamo archiviato un 2012 drammatico soprattutto nei comparti trainanti, tessile ed edilizia. I dati dell’indagine Trend che presentiamo in questa pagina sono molto preoccupanti e non vedo, ad oggi, quella spinta istituzionale necessaria a dare risposte concrete alle imprese che non trovano più convenienza ad investire su questo territorio. Molte promesse fatte al mondo imprenditoriale – peraltro l’unico a poter garantire la ripresa grazie a lavoro e occupazione – sono state disattese. Qualche esempio? Gli scarsi provvedimenti per abbattere il cuneo fiscale e contenere la spesa pubblica, l’onere dell’Imu e della Tares che restano due spade di Damocle sulle unità produttive, la chiusura alle imprese da parte di credito e banche. Ma non solo”.
Che clima si respira nelle imprese pratesi?
“Pessimismo e preoccupazione dominano ancora tra gli imprenditori che pagano l’assenza di concretezza del mondo politico e sono sempre più stanchi di proclami e di sterili bagarre. Da troppi anni presenziamo a tavoli di confronto, avanziamo progetti, proponiamo soluzioni. Ma senza risultato. Ora basta. Spetta ai governi locali e nazionali responsabilizzarsi e attivare subito una seria politica industriale”.
Dati alla mano, come si esce dalla crisi?
“Lo diciamo da anni. Se ne esce con governi stabili, solidi, capaci di fare riforme importanti, rinnovare il Paese, agire e trovare nuove risorse. A Prato più che altrove questo è prioritario, così come attivare opere in grado di intercettare fondi europei – che ci sono – per avviare il rilancio. I politici devono ancora capirlo, ma in Cna lavoriamo da anni su questi percorsi. Da qui nasce anche la nomina di Cinzia Grassi a Direttore, una scelta voluta da un gruppo dirigente che punta a modernizzare la Cna e investe tutto su strategie aziendali e politiche sindacali per aiutare sempre di più ogni singola impresa”.
A Grassi dunque passa un testimone non facile – dopo 13 anni una donna alla guida della Cna è un altro grande passo nel percorso di rinnovamento – e a lei chiediamo come si affronta questa esperienza ?
“Tengo subito a dire che, per me, questa direzione rappresenterà il primo ed il massimo impegno, da vivere con senso di responsabilità, dedizione, un po’ di umiltà, ma anche tanta passione.Certo, sarà un percorso di crescita professionale e personale, ma sento anche la giusta preoccupazione che una carica come questa richiede, soprattutto oggi, visto il pesante contesto economico che impone scelte complicate, coraggiose, e un’attenzione sempre più pressante a quelli che sono i bisogni delle aziende, troppo spesso private di risposte istituzionali”.
In quest’ottica, dal punto di vista organizzativo, quali novità riguarderanno il rapporto con le imprese?
“Agli imprenditori servono risposte sempre più immediate, servizi più efficienti e moderni, consulenze tecniche supportate da professionisti molto qualificati. Non c’è spazio per l’improvvisazione. Diventano strategici i servizi calibrati sulle esigenze di ogni singola impresa, non più standardizzati ma personalizzati, comunicazioni efficaci e immediate, l’affiancamento con consulenze specialistiche per affrontare momenti difficili, assistenza al credito, alla promozione e internazionalizzazione, ma anche formazione manageriale, informazioni tecnico- specialistiche del proprio mestiere, assistenza nella gestione del personale e aziendale a 360°”
Come ci si arriva?
“Si ottiene con un’organizzazione ancor più moderna ed efficiente, con strategie di sistema, e un fortissimo impegno sulle politiche sindacali e di rappresentanza, il che significa far valere le esigenze delle imprese presso le istituzioni e in ogni luogo deputato alle politiche di sviluppo del territorio. Qui diventa fondamentale anche la crescita del gruppo dirigente e l’impegno a farsi attore principale e soggetto attivo e propulsivo di una rappresentanza moderna.
Come Cna abbiamo già avviato questa fase con l’Assemblea quadriennale che ha portato alle urne oltre 600 imprenditori associati. Non abbiamo avuto paura di confrontarci democraticamente con la nostra base e, tra i rari esempi in Italia, abbiamo colto l’occasione per invitare i soci a dire, con onestà, quello che volevano cambiare nell’organizzazione. Sarà prioritario per me, insieme al presidente e alla struttura, portare avanti le loro richieste, sempre e comunque”