PRATO – Riforme, interventi sociali e legalità. Così il neopresidente Cna, Claudio Bettazzi, sintetizza le priorità indicate al mondo politico dagli imprenditori durante il percorso democratico che ha caratterizzato la fase assembleare, ed entra nel merito delle questioni.
Presidente, come lei ha sottolineato in più occasioni, le imprese oggi devono rappresentare un modello per la politica. Che cosa intende?
“Le nostre aziende sono un esempio reale di attitudine al cambiamento, ed è questo che le rende innovative e capaci di aggredire una crisi ormai endemica. In un panorama in cui “il futuro che non c’è colpisce al cuore non solo l’economia ma tutta la comunità pratese”, vediamo imprenditori che hanno scelto di reagire e di rinnovarsi, salvando posti di lavoro e trovando nuove opportunità di mercato e di vendite. Non è poco visto che l’hanno fatto in assenza di governi nazionali e locali spesso immobili e incapaci di creare contesti competitivi per le aziende . Ecco perchè i politici dovrebbero prendere lezione dagli imprenditori”.
Le imprese fanno la propria parte ma l’efficienza dei governi è ciò che le imprese chiedono con maggiore insistenza
“Certo. L’efficienza dei sistemi territoriali è indispensabile al sistema produttivo ed è responsabilità delle amministrazioni, tutte, che devono lavorare insieme e smettere di pensare più alla competizione elettorale che al territorio. La nostra idea di Prato è chiara: dobbiamo aprire con Regione, Firenze e Pistoia, la contrattazione su nuove funzioni da assegnare a Prato e in grado di rilanciare tutta la Toscana. Le proposte non mancano ma si perdono in un vuoto di governance che danneggia il sistema economico. Detto questo e a parte alcune buone novità piovute dal Governo nazionale, Prato deve anche alzare la voce sulle infrastrutture che restano una priorità: collegamenti con Firenze, tramvia, bretella Prato Signa, terza corsia, porto di Livorno e interporto. Non si può fare tutto insieme, ovvio, ma un punto di partenza deve venire dalle p.a.. Le risorse ci sono, pubbliche e private, ma devono essere messe a sistema”.
Presidente, dopo quali sono le priorità segnalate con maggior forza dagli imprenditori?
“ Uscire dalla crisi è possibile e ne abbiamo avuto la prova grazie al confronto serrato con centinaia di imprenditori coinvolti nelle nostre assemblee elettive. Per loro, le parole cambiamento e riforme sono lo snodo da cui passa la competitività, assieme ad aggregazioni, made in Italy, ricerca, formazione, start up mentre sul piano delle riforme, le parole chiave sono: costi del lavoro, burocrazia, cuneo fiscale, tasse, abusivismo e costi energetici. Poi, in primis, è emersa la parola legalità, come condizione fondamentale per il rilancio. E’ illegale l’evasione, ma lo sono anche i fallimenti pilotati che tanta parte hanno nella chiusura di moltissime piccole aziende. Una procedura fallimentare arriva anche a 1500 giorni, e molti creditori falliscono prima di avere giustizia civile. Questo non è accettabile. Le leggi ci sono e farle rispettare è compito dello Stato, ma alla politica, come alle organizzazioni, spetta il compito di guardare oltre e creare contesti in cui le imprese possano crescere. Cna, unica e per prima in Italia, ha avviato da tempo un percorso costruttivo per l’emersione delle imprese orientali. L’abbiamo fatto con ottimi risultati, malgrado gli attacchi pesanti di una parte della politica locale che ha preferito percorrere la strada sterile dello scontro: un piano sul quale, noi, abbiamo deciso di non scendere”.