“Senza azioni istituzionali e finanziamenti pubblici mirati ad attivare strumenti di supporto alle successioni di impresa, nei prossimi 5 anni il distretto rischia di vedere chiudere altre centinaia di piccole e medie aziende che, seppur sane e ben posizionate sui mercati, non vedono prospettive per proseguire l’attività dopo il pensionamento degli attuali titolari”.
A mettere il dito in un’ulteriore spada di Damocle che pende sull’economia pratese è stato Claudio Bettazzi, presidente di CNA Prato che, in occasione dell’Assemblea annuale di Cna organizzata al Wall Art il 4 luglio 2016 – con una platea di circa 150 tra imprenditori ed esponenti istituzionali, sindacali e di categoria – ha presentato la prima indagine sul ricambio generazionale nelle pmi artigiane e avanzato precise richieste agli ospiti istituzionali : il sottosegretario alle comunicazioni on. Antonello Giacomelli , l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, l’assessore comunale Daniela Toccafondi . Tra loro anche il vicepresidente CNA Andrea Di Benedetto. Ad illustrare i dati scottanti emersi dall’indagine è stato il Direttore di CNA, Cinzia Grassi, che ha poi moderato il dibattito.
IL CAMPIONE
L’indagine ha intervistato per la prima volta sul problema della successione ben 300 imprenditori associati nati prima del 1959; di questi, il 68,33% svolge attività di imprenditore da almeno 30 anni mentre il 21,67% da più di 20 ma meno di 30 anni. I 300 intervistati appartengono ai settori tessile e abbigliamento (25,33%), servizi alle imprese (14%), costruzioni (13,67%), Installazione impianti (12,33%), produzione come meccanica e legno (11,67%), sanità e benessere (parrucchieri ed estetiste 9,33%), trasporti (9%) e altri settori (4,67%).
I DATI
Come sottolineato dal Direttore Grassi, “oltre il 33% degli intervistati definisce “buono o ottimo” lo stato di salute della propria azienda, contro un 38% che lo ritiene “sufficiente” e un 28 % parla invece di criticità (tessile e costruzioni per lo più). Entro i prossimi 2 anni il 34,67% del campione prevede di ritirarsi dal lavoro autonomo, il 27% lo farà tra i 2 e i 5 anni e il 38,33% tra 5 anni, ma quando decideranno di ritirarsi dal lavoro un buon 43% ritiene realistica l’ipotesi che l’azienda prosegua l’attività, contro un 37% che invece dà per scontata la cessazione (soprattutto nel tessile e nelle costruzioni). Ci siamo quindi concentrati sul 43% degli imprenditori che intende mantenere attiva l’azienda anche dopo il pensionamento. Alla domanda sui partner ai quali affiderebbero il futuro dell’impresa è emerso che il 66,67% pensa ad un passaggio intra-familiare, l’11.63% ad altri soci, quasi il 9 % ai propri dipendenti, oltre il 5% a soggetti diversi (concorrenti, clienti, altri soggetti), mentre il 6% non ha ancora chiaro come muoversi su questo fronte. La volontà di mantere aperte imprese sane però si scontra con una serie di problematiche molto serie che Cna vuole mettere in luce e che gli imprenditori si trovano ad affrontare perché privi di un contesto istituzionale necessario a fornire una rete di supporto fondamentale per governare la delicata fase del passaggio. Tra i problemi principali il 33,33% degli imprenditori in questa situazione denunciano infatti la giungla burocratica con cui si scontrano, il 20% segnala tra le difficoltà maggiori l’accesso al credito, il 26,67% la mancanza di agevolazioni, il 26,67% l’assenza di benefici fiscali, mentre le relazioni con i clienti, con i fornitori e le competenze dei nuovi titolari sono lo scoglio per il 6,67% in ciascuna delle ultime tre opzioni. Infine, il 30,43% del campione afferma di aver difficoltà a reperire figure professionali tecnicamente preparate per gestire e rilevare l’attività produttiva. I motivi? Il 68,13% per carenza di capacità professionali mentre il 36,26% per scarsa propensione al lavoro.
Conclude Grassi, “la Commissione Europea stima che un terzo delle imprese operanti nei Paesi dell’Unione passerà di mano nell’arco del decennio in corso. Parte consistente di tali passaggi, che coinvolgeranno oltre mezzo milione di imprese e 2,5 milioni di lavoratori ogni anno, è rappresentato da passaggi generazionali o da passaggi di proprietà indotti da mancati passaggi generazionali. Il tema ha quindi una rilevanza sovranazionale e almeno per quanto riguarda Prato non è mai stato stimato statisticamente. Il passaggio di mano è sicuramente critico, anche perchè, se questi dati li leggiamo intrecciando il dato medio di sopravvivenza delle start up che nascono ex novo – e che si attesta sui 3 anni – ci rendiamo conto di come il fenomeno assuma una rilevanza ancora più grave, considerato che favorire il ricambio generazionale in imprese già sane e stabili sui mercati garantirebbe un consolidamento dell’economia e dell’occupazione. Ecco perché, senza gli interventi che CNA chiede fortemente agli interlocutori istituzionali, nei prossimi 5 anni Prato rischia di perdere un numero di imprese valide, pari a quello falcidiato dalla crisi. E il distretto non se lo può permettere”.
LE RICHIESTE DI CNA PRATO A GOVERNO ED ENTI LOCALI
Claudio Bettazzi, Presidente CNA Prato, ha quindi messo sul piatto di Governo, Regione e Comune di Prato le parole chiave necessarie a costruire una piattaforma di interventi utile al ricambio dei vertici aziendali.
Tra queste, ha detto Bettazzi “bisogna lavorare sul contesto e creare le le condizioni migliori e più favorevoli per l’avvicinamento dei giovani e il loro inserimento nel sistema imprenditoriale. Poi, è fondamentale far pressione sulle banche affinché vengano resi disponibili strumenti creditizi straordinari per finanziare questi passaggi e supportare sia chi si ritira dall’impresa, sia i giovani che sono intenzionati a subentrare. Servono anche finanziamenti e bandi per creare figure professionali “facilitatrici” in grado di affiancare le aziende in ogni fase di questo percorso: avvio attività, gestione efficiente, mercati e clienti, processi di innovazione, investimenti. Cna in questi anni ha investito molto e fatto un buon lavoro per creare queste figure, ma sul piano istituzionale questa resta una lacuna da colmare, e lo stesso discorso vale per la formazione che è uno degli aspetti principali perché se le aziende hanno bisogno di partner professionalmente preparati, le istituzioni sono chiamate a progettare e creare strumenti straordinari di sostegno al conferimento di imprese. Infine bisogna intervenire subito per la riduzione degli adempimenti burocratici, ormai insostenibili, e agire con su fisco e agevolazioni che sono un problema serio per ogni impresa ma diventano un vero e proprio ostacolo nei passaggi di aziende visto che nei primi anni dall’acquisizione dell’attività ai giovani imprenditori servono misure e facilitazioni fiscali per superare difficoltà che già bloccano le imprese”.
In sintesi, ha concluso Bettazzi, “c’è bisogno di più incisività e consapevolezza dello stato di crisi in cui versa Prato e la Toscana. Viviamo una crisi straordinaria che richiede strumenti straordinari di intervento, in tempi rapidi, perché le imprese non possono più aspettare. Come CNA lavoriamo da anni su queste tematiche, ci abbiamo messo la faccia. Il nostro compito è segnalare le priorità ed i problemi delle nostre imprese. Lo abbiamo sempre fatto col cuore e con la passione, ma è chiaro che o ci mettiamo in gioco TUTTI, ciascuno nell’ambito dei rispettivi ruoli e responsabilità, o le cose non cambieranno. Gli interlocutori istituzionali che oggi si sono impegnati oggi a dare ascolto e a sostenere le nostre indicazioni sappiano che non faremo sconti e che gli staremo col fiato sul collo per costruire, tutti insieme, i percorsi del futuro”.
LE RISPOSTE ISTITUZIONALI
A fronte dei dati, alle richieste della CNA, queste sono state in sintesi le risposte dei rappresetanti istituzionali.
Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, on. Antonello Giacomelli ha sottolineato che “di certo, il Governo non assiterà alla perdita di valore dei distretti del nostro Paese e delle pmi del Made In e si impegna a mettere in campo immediatamente quelle risposte possibili che intervengono e aiutano il mantenimento e il rilancio del Sistema Italia. Ad esempio, è di queste ore la notizia del via libera delle risorse Ue per portare la fibra ottica in tutte le realtà italiane, e qui si aprono spazi importanti per creare servizi a imprese, cittadini, privati, sanità e per collaborazioni, come già sperimentiamo con il Comune di Prato e con la CNA per sviluppare progetti importanti che vedano la partnership del Governo”.
L’Assessore regionale Stefano Ciuoffo ha precisato che “ la Regione è pronta a fare la propria parte mettendo risorse regionali finalizzate a formare figure di facilitatori che possano affiancare chi vuol rilevare una pmi e diventare imprenditore nella delicata fase di passaggio su temi come la conoscenza tecnologica, la fiscalità, l’innovazione di processi e prodotti, i rapporti con committenti e fornitori. In questo senso è fondamentale il rapporto tra associazioni e Regione per alimentare e favorire l’attitudine a fare impresa e per identificare le criticità e fornire soluzioni. La Toscana non può permettersi di perdere aziende che rappresentano risorse e patrimoni del territorio”.
L’assessore Daniela Toccafondi del Comune di Prato ha poi illustrato il complesso lavoro che è stato già avviato insieme ad altri Comuni del territorio per revisionare regolamenti, semplificare e sburocratizare la pratiche relative a progetti di impresa mentre il Vicepresidente CNA Andrea di Benedetto, forte delle esperienze positive che Cna ha maturato ad ogni livello con i propri soci, ha messo sul piatto esempi concreti di come sia possibile favorire i servizi innovativi e metterli concretamente al servizio deelle piccole e medie imprese