Giungi ha ricordato con commozione Salvatore Cavini, Presidente di CNA Pensionati Emilia Romagna, recentemente scomparso. “Un dirigente di grande valore – ha detto Giungi – protagonista di un impegno costante per la collettività come sindacalista, sindaco e, negli ultimi anni, come vera colonna di CNA Pensionati”.
L’assemblea è stata conclusa dal Segretario Generale della Cna Otello Gregorini. “Abbiamo attribuito a CNA Pensionati, non da oggi, il compito di rappresentare il nostro sistema confederale sul versante della salute e della sanità – ha chiarito Gregorini – un compito importantissimo, dall’alta valenza sociale. Perché le risposte che le istituzioni danno a noi, agli imprenditori, ai pensionati, sono risposte date a tutto il Paese”.
I risultati della ricerca, cha ha coinvolto oltre 5000 pensionati, ha restituito uno spaccato interessante della percezione degli anziani sul Servizio sanitario nazionale.
“Il 74,5% dei nostri pensionati coinvolti nell’indagine – ha spiegato Mario Pagani Segretario nazionale CNA Pensionati – riconosce nel medico di medicina generale un punto di riferimento fondamentale. Il medico di famiglia resta il primo soggetto a cui ci si rivolge, e preferibilmente in presenza, secondo il 58,7% degli intervistati”.
“Secondo la ricerca – ha aggiunto – gli over 65 manifestano, tuttavia, una percezione diffusa di peggioramento del SSN su aspetti chiave come tempi di attesa, accessibilità, rispetto della persona e chiarezza delle informazioni”. I tempi di attesa, infatti, sono peggiorati dal 2021 per il 73% degli intervistati sia per le visite specialistiche sia per gli esami diagnostici. Per questo quasi un terzo si rivolge ai privati per le visite specialistiche (28%) e il 3,4% ci rinuncia del tutto. Sugli esami diagnostici la percentuale scende al 21,7% e il 2,5% decide di non curarsi affatto.
In tema di innovazione in campo sanitario la metà degli anziani non conosce o sa poco di telemedicina, teleassistenza, case di comunità. E, in particolare, è diffidente rispetto all’introduzione dell’intelligenza artificiale nel rapporto medico- paziente (40%).
Dal dibattito dell’Assemblea è emerso il rischio di tenuta del sistema sanitario nazionale a causa di finanziamenti non sufficienti e del progressivo invecchiamento della popolazione.
Ludovico Cavallaro, Knowledge Analyst del CeRGAS, centro ricerche della SDA Bocconi, ha illustrato alcuni macro dati del sistema sanitario e ha chiarito come nonostante dal 2019 al 2023 si sia registrato un aumento di 17 MLD nel suo finanziamento, permane per il 2023 ancora un disavanzo di 626 milioni. “Resta sottodimensionato – ha spiegato – il personale sanitario, nonostante la lieve crescita nel periodo Covid, con particolare riferimento agli infermieri, inoltre la spesa sanitaria privata per i servizi ambulatoriali tocca il 52,8%”.
Paolo Cortese, del Centro Studi Tagliacarne, ha invece sottolineato come il rapporto con CNA Pensionati sia stato produttivo negli ultimi 4 anni, grazie alla realizzazione di ben 3 indagini. “Abbiamo raggiunto importanti obiettivi – ha puntualizzato – come la sensibilizzazione dell’associazione a tutti i livelli per i temi sanitari e la sua assunzione a un ruolo di monitoraggio rispetto al buon funzionamento del SSN”.
Il tema della mobilitazione collettiva di tutti gli attori sociali, e non solo di quelli che rappresentano il mondo della salute (medici, personale sanitario, professionisti e cosi via), è stato messo in evidenza da Alessandro Del Carlo Coordinatore CUPLA, il Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo. “Siamo in una vera e propria emergenza sociale – ha chiarito – perché stiamo rischiando la tenuta del nostro sistema di protezione della salute”.
Una visione, questa, che ha sposato anche Marina Sereni, Responsabile salute e sanità del PD che si è detta preoccupata per la mancanza di risorse, annunciando la proposta di un emendamento alla Legge di Bilancio da parte delle opposizioni finalizzato a garantire 5,5 miliardi in più per i prossimi tre anni. “Occorre un nuovo Patto fra la politica e le forze sociali – ha concludo – per salvare e riformare il SSN serve lo sforzo di tutti”.
“Oggi manca la fiducia – gli ha fatto eco Elio Borgonovi Presidente CerGas – l’atteggiamento giusto è quello di collaborazione con gli attori sanitari territoriali: insieme si possono trovare soluzioni che a livello istituzionale è spesso difficile individuare”. “Oggi – ha aggiunto – serve un radicale cambiamento: sto lavorando insieme ad altri soggetti qualificati a una radicale riforma che sarà presentata a gennaio al CNEL”.
Gli interventi che hanno attraversato la mattinata si sono soffermati anche sul concetto di appropriatezza. “E’ importante farsene carico – ha detto Chiara Serpieri, Direttore Generale ASL VCO – perché evitare le duplicazioni degli esami e gli sprechi significa anche rendere sostenibile il sistema”. La Serpieri ha poi parlato di innovazione che, ha detto, è spesso lasciata totalmente ai privati. “Dimenticarsi, come attori pubblici, di presidiare la ricerca sia dei dispositivi medici sia dei farmaci non è un bene: dobbiamo sapere dove stiamo andando e cosa avremo a disposizione proprio per prendere le decisioni giuste e necessarie, serve quindi collaborazione tra pubblico e privato”.
Prezioso, ancora, è stato il contributo di Ovidio Brignoli, Vice Presidente SIMG società italiana dei medici di medicina generale. “C’è bisogno di riporre mano alla rivisitazione complessiva del Servizio sanitario Nazionale – ha chiarito – non è solo questione di medicina territoriale, fondi ben spesi del PNRR e così via. La rivisitazione deve essere fatta complessivamente e tutti insieme. Noi medici di base scriveremo un ‘Libro bianco’ sul contributo della medicina generale alla salute di questo Paese”.
Ignazio Zullo membro della commissione affari sociali, sanità lavoro pubblico del Senato, ha infine messo in evidenza come, oltre all’invecchiamento della popolazione,sono emersi nuovi bisogni legati a nuove patologie e malattie rare. “Bisogna puntare decisamente sulla ristrutturazione del sistema sostenendo fortemente la prevenzione: dobbiamo scorporare la spesa per quest’ultima dal budget delle Aziende sanitarie e immaginarne uno a sé stante”.