Se il 2009 ed il 2010 sono stati anni di grave sofferenza per l’artigianato toscano, il 2011 gela le pur tenui speranze in una inversione di tendenza o quanto meno in un tamponamento dell’emorragia di valore e di fatturato dell’artigianato toscano: l’onda lunga della crisi pervade i conti delle imprese artigiane anche per il 2011 e con fatica si riesce a trovare qualche segnale positivo in una tendenza che inequivocabilmente è ancora in discesa. Questi i risultati di Trend, indagine congiunturale semestrale con cui CNA Toscana analizza i dati della contabilità di migliaia di imprese artigiane della regione. I dati sono relativi al primo semestre, ma l’analisi consente di tracciare il profilo abbastanza completo della crisi che al momento non vede segnali di attenuazione all’orizzonte.
“Malgrado le difficoltà ed i ridimensionamenti – ha sottolineato il Presidente CNA Toscana Valter Tamburini – l’artigianato realizza nel primo semestre 2011 un fatturato di oltre 3200 milioni di euro nei tre macro settori costruzioni-manifatturiero-servizi (considerando la totalità dell’artigianato toscano il fatturato sale a circa 4 miliardi semestrali, cioè circa 8 miliardi l’anno) e quasi 800 milioni di euro di investimenti, a conferma che l’artigianato è certamente ancora una delle colonne portanti dell’economia regionale. La crisi di questo comparto ha quindi una rilevanza di grande portata nell’economia della regione, una realtà produttiva dove le grandi e le medie imprese sono una netta minoranza per numero (circa il 3%), per fatturato (meno del 40% del pil regionale) e per occupazione (circa il 35%). Difficile, infatti, pensare ad una Toscana senza artigianato o marginalizzato ad un ruolo residuale. La flessione negativa appare come un risultato coerente con il quadro economico generale, ma l’erosione di valore dell’artigianato è un fenomeno progressivo e di lungo termine, al quale è venuto a sovrapporsi l’effetto della crisi che incessantemente attanaglia il comparto dal 2009”.
Ha aggiunto il Direttore CNA Toscana Saverio Paolieri:”Per quanto riguarda il 2011, l’analisi Trend evidenzia una diminuzione di fatturato, in termini di tasso tendenziale, pari al -4,6% (-155milioni di euro circa tradotto in termini contabili), con segni negativi su quasi tutto il territorio regionale e contrazioni rilevanti dei costi, segnale di una dinamica produttiva sempre più rallentata. Una brusca frenata d’arresto è infine quella degli investimenti, sia per perdita di fiducia e di prospettive di mercato, sia per carenza di liquidità e risorse finanziarie”.
Le dinamiche settoriali
Il sistema artigiano toscano continua a soffrire delle difficoltà del settore costruzioni (-3,2% la variazione tendenziale), affette come noto da una serie di fattori negativi (dalla carenza di investimenti allo stallo del mercato immobiliare, alle crisi di alcune aziende capofila del settore), ma ciò che colpisce è proprio la generale diffusione di dinamiche negative in tutti i settori, soprattutto i servizi (-9,5%; -68,5milioni di euro) e in un misura minore nel manifatturiero (-3,4%). Il manifatturiero artigiano ha in questi mesi indebolito la sua tenuta, invertendo la direzione rispetto al recupero della seconda parte del 2010: molto negativa è la situazione della metalmeccanica (-9,5%), che lascia sul terreno circa 40,1milioni di euro. Migliore la situazione della moda, ma con alcuni segnali di cedimento o di rallentamento. È soprattutto il comparto pelle-calzature a presentare ancora nel primo semestre 2011 risultati molto positivi (+15,3%). I servizi, invece, mostrano un’accentuata fragilità (soprattutto nei servizi alle famiglie e nelle riparazioni che arretrano rispettivamente del -11,7% e -14,3% su base semestrale) a testimonianza della grave sofferenza sul versante dei consumi interni.
Le dinamiche territoriali
I consuntivi contabili relativi al primo semestre 2011 evidenziano, nonostante una situazione di minor caduta tendenziale rispetto alla chiusura del 2010, un ulteriore peggioramento per il sistema economico artigiano, che sconta una flessione che accomuna la maggior parte dell’artigianato regionale. Ben sette province su dieci presentano una flessione del fatturato; sono da rimarcare i cali relativi ad Arezzo (-17,9%), Siena (-18,7%) e soprattutto Massa Carrara (-34,2%) e Pistoia (-39,3%). In particolare, a pesare sulle diverse province è la flessione delle costruzioni che, nel caso di Massa Carrara e Pistoia, lasciano sul terreno un monte-fatturato pari a circa 110,4milioni di euro (59milioni di euro a Massa-Carrara e 51,4milioni di euro a Pistoia) cui si sommano i cali rilevanti del sistema manifatturiero in particolare a Pistoia e ad Arezzo, dove peraltro flettono molto anche i servizi (in calo pure a Siena). A Lucca (-4,2%), Livorno (-5,2%) e Firenze (-2,2%) nel complesso si limitano i danni e –per quanto riguarda l’area fiorentina- è da evidenziare la buona performance del sistema manifatturiero locale che, trainato dal settore pelle-calzature, registra una crescita pari a +7,8% in termini tendenziali. Le uniche note positive si riferiscono ai recuperi relativi alle province di Grosseto (+12,9%), Pisa (+16,6%) e soprattutto Prato (+18,3%). Le costruzioni recuperano nelle tre province e incidono molto sui risultati positivi provinciali del 2011: +94% la crescita dell’edilizia in provincia di Prato, +39,7% a Pisa e + 19,8% a Grosseto, dove peraltro il rimbalzo è trasversale ai settori, mentre nel distretto di Prato si conferma la tendenza positiva che da mesi caratterizza il comparto tessile-abbigliamento (+7,4%), cuore del sistema manifatturiero locale.
Le prospettive
La pesante battuta di arresto degli investimenti (-60,2%) è la conferma di un ciclo economico che non accenna a risalire per le imprese artigiane; aspettative negative delle imprese su quadro fosco (instabilità e recessione internazionale, caduta della domanda e dei consumi, scarsa liquidità, ecc.); difficilmente l’ultima parte del 2011 può aver riportato in terreno positivo le stime negative relative al primo semestre dell’anno.
Ha commentato il Presidente Tamburini:”L’umore generale dell’artigianato sta soffrendo l’attuale inversione del ciclo e i numerosi segnali d’incertezza che caratterizzano il contesto economico generale. Infatti, agli effetti potenzialmente depressivi delle recenti misure di politica economica messe in atto dal governo si somma l’attuale fragilità della situazione economico-finanziaria europea nel suo complesso. In queste condizioni, e anche a causa di un mercato del credito sempre più difficile e selettivo per le piccole imprese, non sorprende la dinamica estremamente depressiva degli investimenti artigiani nella prima parte del 2011. Il blocco della spesa per investimenti, che ha caratterizzato l’artigianato regionale trasversalmente ai principali comparti economici, è il riflesso sia dell’estrema incertezza e insicurezza nel futuro che delle crescenti tensioni sul versante della liquidità aziendale, che ha subito anche i negativi effetti della progressiva compressione dei livelli medi di marginalità operativa”.
La spesa per gli investimenti, con l’eccezione del recupero di Lucca e del rimbalzo diffuso nell’area della Toscana meridionale (peraltro su valori assoluti piuttosto esigui a livello locale), si caratterizza per una flessione generalizzata, risultando mediamente pari al -60,2%, che tradotto in termini contabili si traduce in un calo di spesa grossomodo pari alla ragguardevole cifra di -1,15miliardi di euro su base regionale.
“Le prospettive per la chiusura del 2011 e l’inizio del 2012 – ha chiarito il Direttore Paolieri – sono quindi sostanzialmente orientate al ribasso e su tale profilo negativo pesano una serie di fattori che tendono a deprimere le previsioni un po’ per tutti i principali settori dell’artigianato. In effetti, l’attuale debolezza delle componenti interne della domanda (consumi e investimenti) tende ad avere effetti depressivi soprattutto per l’edilizia e i servizi, quindi ci sono i negativi effetti del brusco rallentamento della crescita derivante dalla spinta del commercio estero, previsto in netta decelerazione nel corso del 2012. Ciò, quindi, pone seri dubbi sulle reali e concrete possibilità di recupero per il sistema manifatturiero artigiano locale che potrà fare meno affidamento sulla vivacità degli scambi internazionali”.
In generale, quindi, il costante profilo recessivo dell’economia artigiana regionale si combina con l’inversione negativa della congiuntura economica generale.
CNA Toscana ha studiato una serie di proposte per il rilancio dell’artigianato toscano, sintetizzate nel ‘Progetto per il rilancio della piccola impresa e dell’artigianato’.
IL PROGETTO CNA TOSCANA PER IL RILANCIO E LO SVILUPPO DELL’ ARTIGIANATO E DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
CNA Toscana, impegnata nel confronto con la Regione sui principali strumenti di programmazione economica, ha definito un proprio ‘Progetto per il rilancio della piccola impresa e dell’artigianato’, recepito nella sostanza anche da Rete Impresa Toscana. Gli assi principali su cui si articola il progetto sono i seguenti:
1- Investimenti, liquidità, patrimonializzazione
Sostegno alle imprese che realizzano nuovi investimenti, assicurando la liquidità finanziaria anche per i settori in crisi (edilizia, indotto siderurgico e ferroviario) e per le imprese colpite da calamità naturali, favorire la patrimonializzazione delle imprese per affrontare le sfide imposte da Basilea3. A questo fine è necessario il rifinanziamento e/o il potenziamento di alcuni interventi della Regione, come il Fondo rotativo attraverso l’aiuto rimborsabile e il pacchetto di misure di “emergenza economia”.
2- Sistema regionale delle garanzie: il ruolo dei Confidi e di ACT
Revisione del sistema regionale delle garanzie, per evitare dispersione di risorse pubbliche ed inutili duplicazioni. I contributi previsti per la patrimonializzazione dei Confidi fra cui Artigiancredito Toscano sono nettamente insufficienti a fronte della grave crisi finanziaria e creditizia del sistema economico toscano.
3- Politiche d’innovazione
Potenziare le azioni per l’incentivazione di investimenti in ricerca e sviluppo, attraverso provvedimenti adeguati alle piccole imprese e in questo senso orientare anche il lavoro dei Poli d’innovazione e dei Distretti Tecnologici; finanziare adeguatamente la misura sull’acquisto dei servizi qualificati.
4- Politiche di promozione ed internazionalizzazione
Calibrare sulle necessità delle piccole imprese il piano promozionale della Regione attraverso azioni dirette anche ai mercati tradizionali (Europa, USA, Giappone, etc.) e prevedendo adeguate misure di sostegno.
5- Interventi settoriali
Interventi mirati al sostegno di settori manifatturieri specifici, anche distrettuali, che colgano le peculiarità di crescita particolari e territoriali, incentivando le aggregazioni tra imprese e con interventi specifici per la subfornitura. Attenzione inoltre allo sviluppo e la salvaguardia dell’artigianato artistico e tradizionale, in primis attraverso le attività e le iniziative sviluppate da ARTEX.
6- imprenditoria giovanile e femminile
Grazie al lavoro di CNA Toscana la nuova legge regionale sull’imprenditoria giovanile e femminile prevede tra le spese ammissibili anche il 40% per la liquidità dell’impresa.
Taglio dei costi della politica
Adeguamento delle indennità e del numero degli eletti alla media europea, abolizione delle province e accorpamento dei piccoli comuni, dimezzamento dei consiglieri regionali, comunali e circoscrizionali e riduzione del numero dei consiglieri nei CdA delle aziende pubbliche. Riduzione degli incarichi esterni.
Taglio dei costi dell’amministrazione regionale e degli enti di emanazione regionale
Riduzione del personale della pubblica amministrazione, riduzione drastica di incarichi esterni e consulenze. Drastica sforbiciata agli Enti di emanazione regionale.
Lotta evasione fiscale
Maggiore impegno nella lotta all’evasione fiscale.
Privatizzazioni
Privatizzazioni delle principali aziende pubbliche e public utiliy, e riduzione drastica dell’intervento della politica (e delle sue logiche spartitorie).
AZIONI PER IL RILANCIO DEL settore costruzioni
Per il settore costruzioni, il più duramente colpito dall’attuale fase di recessione economica: sblocco dei pagamenti per gli appalti di lavori e servizi; assegnazione nel più breve tempo possibile delle opere pubbliche “cantierabili”; accelerazione delle procedure di semplificazione amministrativa; riproporre la misura sulla possibilità di utilizzare quota parte del bilancio della Regione per i pagamenti degli enti locali vincolati al patto; forte azione della Regione in merito alla modifica del Codice degli Appalti, che ha portato le gare negoziate sino a 1milione di euro.