A Pistoia il manifatturiero e i servizi si confermano ancora i settori trainanti sui quali puntare per attrarre i fondi del Pnrr e della nuova programmazione Regionale, così come è necessario puntare su progetti di rigenerazione urbana, sul recupero energetico con impianti di biometano da scarti vegetali, sulla promozione di un turismo 4.0 e sulla formazione post-diploma orientata alle specificità produttive del territorio.
Queste, in sintesi, le indicazioni emerse dai circa 200 imprenditori CNA dell’Area Pistoia Città e Serravalle Pistoiese, intervistati in occasione dell’iniziativa “Pistoia, Pnrr e competitività del territorio” coordinata dai vertici dell’associazione: il Presidente dell’Area Pistoia Città Massimo Iozzelli e il Presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi.
Tanti gli ospiti istituzionali intervenuti per entrare nel merito dei temi messi sul tavolo da CNA, tra i quali il Sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, Stefano Casini Benvenuti (già direttore Irpet), Federico Gorbi (Vice Sindaco di Serravalle Pistoiese), Lorenzo Zogheri (Presidente fondazione Cassa Risparmio Pistoia e Pescia).
Come sottolineato dal Presidente CNA Claudio Bettazzi: “l’iniziativa è nata dalla volontà di avanzare alla politica proposte concrete di sviluppo territoriale, all’interno di un quadro unico e irripetibile di opportunità legate all’utilizzo delle imminenti risorse del Pnrr, senza dimenticare la programmazione ordinaria regionale legata all’utilizzo dei fondi strutturali. Per questo abbiamo svolto un’indagine su un campione di 200 imprenditori per capire quali sono i principali fattori di competitività territoriale da proporre alle istituzioni locali, con l’obiettivo di fare pressing affinché vengano compiuti tutti i necessari passaggi di progettualità condivisa, necessari ad intercettare le imminenti risorse. Gli effetti della pandemia sul tessuto economico locale sono stati profondi e diffusi e gli ultimi dati sulla produzione industriale nel terzo trimestre del 2021 sono preoccupanti e mostrano un livellamento generale delle perfomance verso il basso. Pistoia ora è a un bivio, o sceglie di vivacchiare su un patrimonio inesistente oppure cerca di ridefinire il proprio ruolo su asset regionali puntando su alcuni progetti che vadano nella direzione del rilancio e sviluppo. Le opportunità della transizione ecologica e digitale devono essere colte a pieno scaricando a terra gli effetti. Questo è l’unico futuro possibile”.
Il Presidente di Area Pistoia Città, Massimo Iozzelli, ha ribadito che “per la nostra città l’occasione unica e straordinaria del Next Generation EU potrebbe essere l’ultima per sciogliere definitivamente questi nodi irrisolti da troppo tempo. La diversificazione produttiva ha per il momento consentito di ridurre gli effetti negativi della congiuntura economica ma il manifatturiero e i servizi rappresentano ancora oggi l’unica leva capace di creare valore aggiunto, così come altri temi toccati direttamente dal Pnrr come i progetti di connettività ultraveloce e di rigenerazione urbana, la possibilità di ottenere recupero energetico dai residui organici dei vivai tramite impianti di biometano, la promozione turistica 4.0 e la necessità di sviluppare percorsi formativi per neodiplomati in grado di creare occupazione specializzata e il fare impresa. La nostra provincia è già in estremo ritardo rispetto al cronoprogramma delle risorse a disposizione. Per questo, se da un lato chiediamo a Comuni dell’area di accelerare le progettualità su questi temi, alla Regione chiediamo invece di esercitare il ruolo di coordinamento e di competenza diretta sugli ambiti che le competono. Dobbiamo avere chiaro, in tempi brevi, il percorso di definizione ed attuazione del tanto dichiarato Piano Strategico Territoriale e dobbiamo avere chiara l’attività sostenuta dalla Fondazione del cosiddetto Parco Progetti delle Amministrazioni Pubbliche, così come il rapido aggiornamento di Pistoia 2030. Il tempo a disposizione è finito. Ora è il momento di agire per sciogliere i nodi che da sempre zavorrano lo sviluppo locale”.
I RISULTATI DELL’INDAGINE CNA
Le 200 imprese del campione ritengono strategici per lo sviluppo dell’area di Pistoia i settori manifatturiero (53,2%), Servizi (38,3%) e turismo (36,3%), seguiti da agricoltura (23,4%) e terzo settore (10%) e il 62% degli intervistati ritiene insufficiente o molto insufficiente l’attenzione dei Comuni verso le opportunità legate a Pnrr e Fondi strutturali.
Ma su quali interventi prioritari le istituzioni dovrebbero puntare con progetti in grado di attrarre le risorse del Pnrr e della Programmazione Regionale? Infrastrutture stradali (43,3%), potenziamento e innovazione dell’assistenza sanitaria (19,4%), sviluppo di fonti da energia rinnovabile (19,4%) seguiti da sburocratizzazione della p.a., progetti di rigenerazione urbana, assetto idrogeologico, banda larga e 5g e promozione turistica.
Le Aree di Pistoia Sud-Stazione-Esselunga e l’area di S. Agostino sono ritenute interessanti per progetti di rigenerazione urbana, rispettivamente dal 23% e 69% del campione, ma un buon 52% boccia l’efficacia dei servizi alle imprese disponibli nel proprio Comune di residenza.
In tema di connessione internet, l’indagine ha evidenziato che il 60% utilizza la fibra, il 28% l’Adsl ed i restanti altre modalità di collegamento alternative, ma il giudizio sul servizio è ritenuto insufficiente da quasi il 30% degli intervistati e il 22,7% segnala di aver avuto difficoltà ad investire nel digitale con le attuale strutture immateriali presenti in città.
Sul fronte della viabilità per gli spostamenti ai centri maggiori e tra casa e lavoro, il 55% del campione esprime un giudizio negativo, e in tema di infrastrutture a cui dare priorità il 56,7% ritiene prioritaria la terza corsia dell’A11 e opere collegate, il 40,3% i collegamenti ferroviari tra Pistoia e Firenze e il 26,4% la variante Montalese, il 22,9% la riqualificazione della Sr 66/12, il 15,9% il collegamento con la Valdinievole.
Inoltre, il 76% del campione intervistato ritiene che l’area di Pistoia sia idonea per sviluppare un progetto da fonti di energia rinnovabile (come impianto di biometano da scarti vegetali) e alla domanda sulla compatibilità tra l’espansione della superficie occupata dai vivai con le necessità produttive delle imprese artigianali e industriali ben il 39,2% del campione parla di incompatibilità, mentre il 32,3% la riterrebbe compatibile ma in territori diversi dall’area della città.
Le imprese intervistate infine, ritengono poco efficace la promozione digitale turistica del territorio (48%) ma il 69,6% si dice soddisfatto del livello di assistenza sanitaria e della gestione del verde pubblico (57,6%).