LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI PRATESI
PRATO (9.04.2013) – “Schiacciati ormai da 4 anni tra un’assurda pressione fiscale, una crisi che cresce di intensità e la totale mancanza di credito, le nostre imprese sono ormai allo stremo e il futuro appare nero, malgrado il decreto di sblocco dei pagamenti delle p.a., i cui effetti positivi sono tutti da dimostrare”.
A battere i pugni sul tavolo è Anselmo Potenza, presidente CNA, che per salvare il manifatturiero pratese si rivolge direttamente ai parlamentari dell’area vasta chiedendo “di concentrare ogni sforzo e impegno su alcuni obiettivi precisi a difesa del tessuto economico pratese e toscano”.
Dice Potenza “gli elementi per parlare di situazione drammatica ci sono tutti. Da indagini CNA emerge che in Toscana nel 2012 il saldo fra nascite/cessazioni tra le imprese artigiane è -2.843. E la moria continua, anzi aumenta: nei primi due mesi del 2013, sono nate 1.725 imprese artigiane ma ne sono cessate 3.737 con un saldo negativo di – 2.012; in gennaio e febbraio 2013 sono state chiuse 63 imprese al giorno. Cosa dobbiamo aspettarci di qui a fine anno?”. Di qui, le richieste specifiche ai parlamentari che Potenza snocciola.
“Servono urgentemente proroghe dei finanziamenti per l’efficienza energetica – un volano importante per la ripresa – e al tempo stesso è fondamentale rifinanziare cassa integrazione e mobilità, soprattutto in un territorio devastato dalla crisi come il nostro dove si rischia moltissimo sul fronte della tenuta sociale.
Sul provvedimento per lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese si profila un iter burocratico complesso per la richiesta dei crediti e intanto il debito della PA nei confronti delle imprese cresce: in Toscana in un anno e mezzo i crediti delle imprese nei confronti della PA sono quasi raddoppiati, da 4 miliardi a oltre 7 miliardi. Ecco, su tutto questo, benvengano le interrogazioni bipartisan per velocizzare i tempi, ma non basta. Chiediamo infatti agli onorevoli di far tutto ciò che è in loro potere non solo per semplificare al massimo le procedure, ma per renderle molto più “a misura” delle piccole e medie imprese, con priorità per le aree di crisi”. Ma non è tutto.
Prosegue Potenza: “Altrettanto importante è sbloccare il patto di stabilità per far ripartire, almeno, le piccole opere, e bisogna intervenire su un sistema bancario amorfo che non eroga più credito e costringe le imprese a rinunciare a investimenti, ad innovazione, a diminuire la produttività e a ridimensionarsi, con una sola, tragica conseguenza: una perdita costante di competitività. Di pari passo, la pressione fiscale invece aumenta. Un esempio? La Tares sarà più pesante della Tarsu, un vero salasso per le imprese, mentre l’Imu nel 2013 pare che avrà un aggravio di costi per gli edifici a uso produttivo.
In questo modo il manifatturiero muore – conclude Potenza – e alle imprese, strangolate dalla crisi, non si può più chiedere di fare da cassa agli enti pubblici né di sostenere il peso di una pressione fiscale in continuo aumento e di una burocrazia che, rispetto alla situazione europea, ha raggiunto livelli tragici e insopportabili