Decreto “del fare”: dilazione del debito in 120 rate e stop all’esproprio della prima casa

Tra le disposizioni contenute nel Decreto del Fare approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 giugno scorso sono previste maggiori tutele per imprese e cittadini in difficoltà economica e che hanno debiti maturati con il Fisco.Rateazione del debito iscritto a ruolo
In caso di temporanea ed obiettiva situazione di difficoltà economica, Equitalia, dietro specifica richiesta del contribuente, può concedere il pagamento dilazionato delle somme iscritte a ruolo fino a un massimo di 72 rate mensili (con importo minimo di ogni singola rata pari a 100 euro, salvo eccezioni particolari), saldando così il debito maturato in 6 anni. Il Governo prevede ora di estendere la dilazione di pagamento delle somme iscritte a ruolo, che  passa dalle attuali 72 rate a ben 120 rate. Ciò significa che il saldo del debito maturato potrà avvenire in 10 anni e non più in 6 anni come previsto finora. Inoltre, cambiano anche le condizioni che fanno perdere il beneficio del pagamento rateizzato con Equitalia. Prima di annullare il beneficio e procedere al recupero in un’unica soluzione del credito vantato (e dei relativi interessi), non è più sufficiente il mancato versamento da parte del cittadino o dell’impresa di due sole rate consecutive del piano di rateizzazione (previsione introdotta con il cd. “Decreto semplificazioni”, D.L. 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modificazioni dalla L. n. 44/2012). L’agente di riscossione di Equitalia, infatti, potrà procedere solo dopo che si è verificato il mancato pagamento di ben 8 rate del piano di rateizzazione. Le otto rate non versate dal contribuente potranno peraltro anche non essere consecutive, ma all’interno dell’intero piano rateizzazione. Le nuove disposizioni del Decreto del Fare vanno ad aggiungersi alle altre importanti novità introdotte in materia di rateazione con la direttiva 7 maggio 2013 e 1° marzo 2012 di Equitalia, e con il D.L. 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modificazioni dalla L. n. 44/2012. In particolare, come si ricorderà, con la direttiva diffusa il 7 maggio scorso Equitalia aveva innalzato da 20 mila a 50 mila euro la soglia d’importo per ottenere la rateazione in automatico, cioè senza la necessità per il contribuente di dover allegare la documentazione comprovante la situazione di difficoltà economica. Negato l’esproprio della prima casa
L’unico immobile di proprietà del debitore, utilizzato come abitazione principale e dove vi risiede anagraficamente, non può essere oggetto di esproprio. E’ questa la novità prevista in materia di pignoramenti immobiliari contenuta nel Decreto del Fare. Il concessionario della riscossione, comunque, potrà procedere all’esproprio solo se la prima casa rientra tra i beni di lusso, ovvero ville (A/8), castelli o beni storici e di pregio (A/9). Per tutti gli altri immobili, diversi dalla prima casa, l’espropriazione immobiliare potrà essere effettuata solo nell’ipotesi di debiti superiori all’importo di 120mila euro.

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