Un’analisi attenta su luci e ombre del Jobs Act e, soprattutto, un esame approfondito su tutte le novità di una riforma che inciderà profondamente sulle imprese e sul mercato del lavoro. Questi, in sintesi, saranno i capisaldi di un’importante iniziativa che – spiega Maria Coppola, vicepresidente Cna con delega a formazione e lavoro – “abbiamo deciso di organizzare come Cna Area vasta per tutte le aziende toscane interessate ad approfondire, in modo operativo, i diversi aspetti del Jobs Act: dai principi espressi (e il relativo stato di attuazione) ai contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, dalla nuova disciplina delle mansioni al lavoro autonomo, dalla riforma degli ammortizzatori sociali fino al riordino delle tipologie contrattuali atipiche”. Saranno questi, infatti, i temi che verranno messi sul tavolo in occasione del seminario su “Jobs Act: il lavoro che cambia”, in programma per domani 15 maggio, a partire dalle 15.30, nella sede Cna di Scandicci (via 78° Reggimento Lupi di Toscana).
Ad entrare nel merito della riforma e a rispondere ai quesiti degli imprenditori, saranno due docenti universitari del calibro di Maria Luisa Vallauri (ricercatrice di diritto del lavoro dell’Università di Firenze e professore aggregato di diritto del lavoro e diritto della sicurezza sociale) e William Chiaromonte (ricercatore di diritto del lavoro all’ateneo fiorentino e professore aggregato di diritto del lavoro avanzato).
“Cercare di comprendere l’impatto del Jobs Act sia sulle aziende che sui lavoratori – sottolinea Coppola – è un’impresa tutt’altro che semplice e dalle mille sfaccettature. Da un lato infatti, i dati dell’Osservatorio Cna ci dicono che, sul piano occupazionale, nelle piccole imprese ci sono segnali di miglioramento che parlano di un incremento di assunzioni a marzo 2015 pari all’8,6% rispetto allo stesso mese del 2014. Di contro però, l’Istat, a febbraio, ha invece registrato a livello nazionale un aumento del tasso di disoccupazione che ha colpito soprattutto donne e giovani. Ecco perchè, concentrandosi su questa prima fase di attuazione della riforma, la prudenza è d’obbligo ed è evidente che le maggiori assunzioni nelle pmi sono dovute non alla ripresa ma all’effetto della decontribuzione che ha incentivato gli imprenditori a stabilizzare contratti già in essere”. Di certo, sottolinea Maria Coppola, “nelle piccole aziende il rapporto tra datore di lavoro e dipendenti è sempre stato strettissimo. In questi anni di crisi le pmi hanno licenziato meno rispetto alle grandi realtà industriali e hanno fatto di tutto per salvare i lavoratori, anche attingendo ai patrimoni personali o riducendo i propri compensi, quindi appena si è presentata l’opportunità decontributiva hanno ricominciato ad investire, partendo proprio dalle risorse umane; ma da qui a sostenere che il Jobs Act farà ripartire l’occupazione, ce ne corre”. Di qui, la necessità di entrare nel merito dei pro e dei contro della riforma, lasciando agli imprenditori l’opportunità di chiedere lumi all’incontro di Cna Area Vasta di domani, a Scandicci.