Il valore economico ma anche sociale ed etico del Made in Italy – analizzato in ogni sua sfaccettatura, sia nazionale che territoriale – sarà al centro del prossimo vertice nazionale di Cna Federmoda che porterà a Prato personalità di primo piano, come la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli ed i segretari generali e nazionali di Cgil, Cisl e Uil del comparto moda, chiamati a discuterne in convegno con imprenditori provenienti da tutta Italia. Ad organizzare l’evento – al Museo del Tessuto di Prato per le giornate del 23 e 24 aprile – i massimi rappresentanti di Cna Federmoda: Luca Rinfreschi (presidente nazionale) e Francesco Viti (presidente provinciale).
Spiega Rinfreschi: “questo appuntamento prende le mosse da tre tragedie che hanno segnato profondamente la storia del tessile-abbigliamento: l’anniversario del crollo in Bangladesh, dove nel 2013 morirono 1138 lavoratori del tessile e rimasero feriti oltre 2000 operai, la tragedia di Prato con 7 lavoratori deceduti sempre nel 2013 e il crollo di Barletta con 5 vittime nel 2011. Partendo da qui, l’iniziativa punta sia ad accendere i riflettori sulle problematiche relative all’etica, alla legalità, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, ai diritti dei lavoratori, sia a fare dei passi avanti, operativi, su tutte le tematiche correlate come l’educazione consapevole, limiti e prospettive per “certificare” la legalità, la sostenibilità economica del lavoro nella filiera e nei distretti, il passaggio generazionale, ecosistemi per la crescita sostenibile. Non per niente – prosegue Rinfreschi – la giornata del 23 aprile impegnerà imprenditori e Federmoda in 5 tavoli di lavoro dedicati a elaborare proposte concrete sui temi più sentiti dalle imprese; dopo di che, venerdì 24 l’evento sarà pubblico e metteremo all’attenzione delle autorità istituzionali, Governo e sindacati in primis, le progettualità emerse dal confronto. A nostro parere infatti è arrivato il momento che venga riscoperto il valore delle filiere del sistema moda, come quella pratese, che operano in contesti territoriali legali e nel rispetto delle regole, senza cercare scorciatoie scorrette. Mai come in questo momento è fondamentale il supporto di una politica industriale seria, che crei ambiti competitivi studiati per favorire un Made in Italy prodotto con metodi che rappresentano una garanzia per tutti: imprenditori, lavoratori e consumatori”.
Dal livello nazionale poi si passerà all’ambito locale visto che, aggiunge Francesco Viti, presidente provinciale di Federmoda, “questa sarà l’occasione giusta per riportare al centro del dibattito anche i rapporti che sussistono nella filiera pratese e che devono trovare un nuovo equilibrio e un nuovo assetto. Se infatti da un lato è prioritaria una discussione partecipata per riportare la legalità al centro dell’agenda politica e restituire alle imprese la centralità nella politica economica, altrettanto importante è avere un taglio operativo ed entrare nel merito delle problematiche locali, analizzando le opportunità di ridisegnare le relazioni interne delle produzioni locali per recuperare investimenti e sviluppo”.
CLAUDIO BETTAZZI: “La scommessa sul Made in Italy riparte da Prato”
In previsione dell’evento su rating del Made in Italy, una fotografia della situazione pratese viene da Claudio Bettazzi, presidente Cna Prato che sottolinea “nel nostro distretto l’etica è una tematica molto sentita, per le criticità del sistema che molti conosciamo e per l’intenso lavoro che svolgiamo in favore della sicurezza e dell’emersione. Sono quindi doppiamente soddisfatto che Prato sia stata scelta per l’evento nazionale di Federmoda. Detto questo, sono convinto che la sfida e la spinta alla ripresa del tessile non possa che passare dal riconoscimento del valore dell’eticità e della tracciabilità. Cosa dovrebbe distinguere oggi le imprese sui mercati ? Il rispetto di alcuni criteri importanti come le leggi sul lavoro, la sicurezza, la contrattualistica, la riconoscibilità della filiera. Sono questi i valori aggiunti da sostenere sia a livello nazionale che locale perché sono gli snodi che differenziano un prodotto valido da uno che non lo è”.
Su questa tematica la politica nazionale ed europea per la tutela del Made in Italy ha fallito ?
“Sì. Almeno finora. Di certo, sulla tracciabilità, così come su import, export, sistemi doganali, controllo delle frontiere, aiuterebbero non poco dei seri provvedimenti europei che chiediamo da anni, ma senza ottenere risposte. Nel sistema imprenditoriale c’è un interesse crescente per la riconoscibilità di prodotti e filiere. Parliamo di questioni strategiche che meritano i primi posti nelle agende politiche per la valorizzazione del sistema Paese, eppure si scontrano con i Governi – nazionale ed europeo – troppo deboli, o ancora peggio, assenti su queste tematiche”
Il 23 e 24 aprile ospiterete interlocutori di calibro nazionale. Cosa metterete sul piatto di Governo e sindacati ?
“Saremo propositivi, come sempre, sulle dinamiche relative a sicurezza, tracciabilità, concorrenza sleale, prodotti a basso costo, ma rivendicheremo anche il ruolo svolto finora dalla Cna, nell’interesse di tutti gli iscritti. Poi, ai tavoli di lavoro spetterà a imprenditori ed esperti elaborare piattaforme utili a restituire il giusto peso e tutela alla linfa che alimenta e dà valore al Made in Italy nel mondo. La scommessa riparte da qui e ringrazio Cna Federmoda nazionale e il presidente Rinfreschi per aver scelto di dare questa opportunità a tutto il distretto”.