“Scindere i grandi appalti in tranche più piccole; dire basta al capestro del massimo ribasso che innesca distorsioni e danni alla committenza e puntare sulla serietà e sull’affidabilità delle ditte locali, affidando loro sia i cantieri che la manutenzione delle opere realizzate. A livello locale, sono queste le soluzioni più semplici e di effetto immediato che le pubbliche amministrazioni devono adottare per far ripartire centinaia di imprese del comparto edilizio, e con esse, l’economia del territorio”.
Se è vero che la partita per il rilancio passa necessariamente dalla ripresa dei cantieri, a tracciare la strada da percorrere sono due esperti del settore, Simone Giuntini presidente di Cna Costruzioni e Angelo Giambalvo , alla guida di Cna Installazione e impianti. Spiega Giambalvo, “a livello nazionale e regionale il sistema Cna si sta battendo con forza con Governo e parlamentari per modificare meccanismi assurdi, come il ricorso al massimo ribasso o l’obbligo di fatturare senza Iva a debito (reverse charge e split payment) che rischiano di dare il colpo di grazia ad un settore che, solo a Prato, ha perso 7 miliardi di euro nell’ultimo anno, con conseguente emorragia di posti di lavoro, know how e investimenti. Detto questo però, per cambiare la situazione sono molte le azioni che la politica locale può attivare per restituire forza e dignità a tutto il settore, a partire dall’apertura effettiva delle gare d’appalto alle piccole e medie imprese, dall’organizzazione di appalti in base all’offerta più conveniente e dall’introduzione dell’obbligo di manutenzione delle opere per le aziende che le hanno realizzate. In questo modo i vantaggi sarebbero immediati: la p.a. si garantirebbe lavori a regola d’arte, senza rischi, e darebbe una spinta agli investimenti, mentre per le imprese locali si aprirebbero concrete opportunità di lavoro. Sono clausole semplici ma efficaci, lo diciamo da anni, ma per applicarle serve innanzitutto un impegno e una volontà politica che da troppo tempo stiamo aspettando” . Mentre sul fronte nazionale Cna è impegnata anche per riscrivere il quadro normativo sugli appalti (in cui si preveda l’obbligo di suddivisione in lotti, requisiti finanziari parametrati ai singoli lotti, eliminazione delle garanzie per appalti fino a 250.000 euro, formazione e informazione alle imprese e norme di tutela del subappalto), anche in ambito locale molto può essere fatto. Rincara la dose Simone Giuntini, presidente di Cna costruzioni “se in base ai nuovi requisiti venissero predisposti, ad esempio, 10 bandi di gara per piccoli cantieri e la manutenzione in 100 scuole in tutta l’area metropolitana, moltissime microimprese potrebbero accedervi con tutti i benefici del caso, e lo stesso discorso vale se parliamo di bandi per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Ecco perché è arrivato il momento che la politica cambi le regole di un “gioco” che ostacola l’economia toscana e dimostri, con i fatti, la volontà di affidare lavori e cantieri alle imprese locali, basandosi sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che è molto più efficace di quello, usualmente applicato, del massimo ribasso. Dal canto loro, le aziende sono già pronte a rispondere all’appello”.