Da Governo, Regione ed enti locali piovono nuovi bandi, anche a fondo perduto, per investimenti nelle imprese, accesso al credito, ricerca e innovazione. Per entrare nel merito di agevolazioni e contributi, Cna ha aperto ieri il ciclo di incontri che toccherà tutti i Comuni – fino al 22 ottobre – e a passare al setaccio pregi e difetti delle misure per le imprese è Giuseppe Marzano, vicepresidente Cna, con delega al credito.
“Malgrado l’impegno apprezzabile della Regione nel trovare risorse e lanciare i bandi anche in anticipo rispetto ai fondi europei – spiega – le pmi spesso si trovano di fronte ad un percorso ad ostacoli che mette radici in farraginosi iter normativi e burocratici e in requisiti non proprio flessibili sui quali stiamo cercando di intervenire. Ancora oggi se devi acquistare un telaio servono 10 mesi per avere i fondi a tasso zero, almeno 5 per finanziamento agevolato. Questo non è accettabile e sappiamo bene che il vero nemico resta la burocrazia e il mancato snellimento della documentazione che non aiuta le imprese ad accedere ai fondi perché appesantisce la fase di valutazione e dilata a dismisura l’erogazione. Il risultato? I piccoli imprenditori sono poco motivati ad aderire. Ecco perché è necessario tarare meglio questi strumenti, ridurre i tempi di risposta e facilitare la vita alle imprese che ancora investono e sanno come competere sui mercati, non limitandosi alla telematizzazione dell’invio delle domande”. Qualche esempio di criticità
“Prendiamo la nuova Sabatini, che supporta investimenti in beni strumentali con un plafond messo a disposizione delle banche dalla Cassa Depositi e Prestiti, oltre a un contributo in conto interessi. Qui, per la complessità dell’iter, i fondi non arrivano prima di 5 mesi, troppi per chi ha bisogno di finanziare gli investimenti in azienda. Lo stesso discorso vale per i fondi a tasso zero, che sono un ottimo strumento ma la soglia di accesso, pur ridotta a 42.000 anche grazie a Cna, è ancora elevata per le micro imprese; inoltre hanno una tempistica per la quale o l’impresa anticipa i fondi, oppure ha bisogno di avere a fianco un sistema bancario che conceda prefinanziamenti, cosa fino ad oggi rara”. Sul fronte dei requisiti poi, le perplessità toccano anche il bando su ricerca e innovazione che “ha previsto un parametro di sbarramento legato alla crescita di fatturato tra il 2009 e il 2013. Non condividiamo l’utilizzo di un parametro come il fatturato, inoltre non capiamo perché precludere la partecipazione al bando a chi ha avuto numeri in calo: se il progetto è meritevole perché non metterlo in valutazione, al limite potevano essere previsti dei punteggi di premialità alle imprese in crescita”. Ecco perché, conclude Marzano, “su tutto questo bisogna avviare una riflessione seria e sfruttare i margini di miglioramento che ci sono, perché tante imprese possono recuperare fiato e forza, purché con strumenti mirati, risposte veloci e, soprattutto, nuove risorse in tempi ragionevoli”.