“Riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica, promozione, accesso al credito, insieme a innovazione, ricerca e accelerazione della cantierizzazione delle opere pubbliche. Queste sono le scelte inevitabili che il Governo nazionale e quelli locali devono preseguire con rapidità e decisione. Le promesse sono state tante, ora aspettiamo i fatti concreti”.
Per Claudio Bettazzi, presidente CNA, sono questi i punti cardine attorno ai quali ruotano le opportunità di ripresa del settore artigiano, a fronte dei dati emersi dall’indagine Trend CNA che insieme a Istat, Local Global e 4.000 imprese intervistate, ha analizzato l’andamento congiunturale dell’artigianato toscano e del distretto pratese nei primi sei mesi del 2013.
“I risultati di Trend – dice Bettazzi – parlano di un’economia caratterizzata da luci ed ombre, a macchia di leopardo, e di un artigianato pratese che ha sì rallentato il crollo degli anni scorsi ma continua a viaggiare a due velocità. Rispetto all’andamento toscano infatti, Prato segnala timidi tentativi di ripresa di importanti settori come tessile ed edilizia (entrambi in crescita nei fatturati di +1,5% e +3,6%), mentre dall’altro registra la severa contrazione del comparto terziario, che invece nei semestri precedenti aveva mostrato una maggiore stabilità. Ecco perchè proprio da questi dati emergono con chiarezza quali sono le priorità per il futuro immediato, se vogliamo che Prato agganci la ripresa”.
Secondo Trend, in termini di volume d’affari registrato nel I semestre 2013, l’artigianato pratese ha realizzato 316,8 milioni di euro, un risultato migliore del dato medio toscano, dove il fatturato arretra di 1 punto percentuale. Rispetto agli altri indicatori di contabilità analizzati, altra novità positiva viene dalle retribuzioni – in crescita del 19,4% – che invertono il ciclo negativo degli anni scorsi, mentre una situazione di stabilità riguarda invece i consumi che scontano il clima di incertezza tutt’ora presente sia a livello nazionale che provinciale.
Nel primo semestre 2013, a parte i piccoli segnali di rilancio di manifatturiero e costruzioni si è però invertito in maniera preoccupante il trend positivo fatto registrare nel 2012 dal comparto terziario che arretra di oltre 15 punti, risultato più critico anche rispetto al dato toscano, pure negativo (-4,6%). Su questo, dice Bettazzi, “è importante avviare una seria riflessione visto che il terziario è considerato uno degli elementi di punta anche sul fronte degli investimenti e comunque il mercato non sembra lanciare altri messaggi distensivi, almeno nel breve termine, e per questo diventa prioritario ottenere delle strategie di sistema volte a sostenere le imprese sia dal punto di vista dell’accesso al credito sia per quanto riguarda i supporti a un migliore posizionamento sui segmenti di mercato a maggiore tenuta”.