Prendiamo atto con una certa soddisfazione dei due provvedimenti emanati di recente dal Ministero del Lavoro che rivedono quella parte della riforma Fornero riguardante le Partite Iva e con essa l’utilizzo degli autonomi nei cantieri. Questi documenti, una Circolare e un DM, combinandosi fra loro, aggiornano e istruiscono il personale ispettivo su come verificare “genuinità e regolarità” dei rapporti fra le imprese che in cantiere concorrono a realizzare l’opera. Il sorvegliato speciale resta ovviamente la frammentazione della filiera produttiva cantieristica dove il frequente intreccio dei subappalti può obbiettivamente creare condizioni irregolari. Il problema si pone quando più artigiani singoli, operando in maniera coordinata, creano condizioni che sono o possono apparire in odore di subordinazione. Su questo tema nel corso del 2012 lo stesso Ministero del Lavoro si era già pronunciato emettendo le prime direttive comportamentali. In base a queste, veniva ritenuto possibile che il personale ispettivo determinasse la subordinazione di un operatore, contestandone quindi la veste autonoma, basandosi su considerazioni generali e presuntive. Con tali modalità accertative, a rischiare l’estromissione dai cantieri potevano davvero essere in molti. Il documento suscitò allarme e preoccupazione fra gli artigiani, quelli in regola si intende, aggiungendo ulteriori difficoltà ad un settore già allo stremo delle forze. E’ pertanto confortante che a pochi mesi di distanza, il Ministero abbia rivisto questa pesante forzatura giuridica ridando serenità a committenti ed esecutori con modifiche che precisano più rigorosamente i casi in cui una certa prestazione di lavoro autonomo dovrà essere “convertita” dal personale ispettivo. Tema delicatissimo che abbiamo già ampiamente trattato su queste pagine (http://www.cnapistoia.it/iniziative/305-gli-autonomi-in-edilizia-la-principale-forza-lavoro-delle-costruzioni-e-la-crescente-frammentazione-del-sistema-produttivo), sulla stampa locale e in un convegno con gli stessi Ispettori della DPL di Pistoia. Le nostre perplessità sono state presentate in tutte le sedi possibili. Se è infatti sacrosanto rispettare e far rispettare le rigorose norme su sicurezza e regolarità del lavoro, crediamo sia altrettanto ovvio che questo presidio di legalità non possa essere difeso impedendo tout court alle microaziende di lavorare assieme. Un autonomo che sia iscritto all’Albo Artigiani, con il Durc positivo, con attrezzatura conforme e dotato di dispositivi di protezione antinfortunistica, è, e deve restare un’impresa. Abbiamo sempre sostenuto che, salvo situazioni esorbitanti e clamorose come quella indicata esplicitamente nei recenti documenti ministeriali, perdurante monocommittenza che superi l’80% del fatturato complessivo, un artigiano, anche se opera in subappalto, non abbandona mai completamente la sua autonomia operativa. Anche se questa sembra venir meno, le modalità concrete di lavoro continueranno comunque a discostarsi nettamente da quelle proprie del lavoratore subordinato. Giusto perciò aver attenuato la discrezionalità dell’organo ispettivo elencando dettagliatamente gli indicatori che dimostrino un’effettiva mancanza di autonomia aziendale. Si vedano al riguardo gli allegati scaricabili utilizzando i tre collegamenti a fondo pagina. Prendendo atto di un problema che si ridimensiona, non possiamo esimerci dall’auspicare la rapida e giusta soluzione di altri che continuano a pesare sul comparto. Primo fra tutti l’eccessivo numero di aziende presenti sul territorio: nel nostro paese c’è un’impresa edile ogni novanta abitanti. Probabilmente sono troppe. Anche per questo, a nostro avviso, non è più procrastinabile il varo della legge di accesso alla professione. Una battaglia che CNA sta portando avanti da anni. Il progetto c’è, il testo pure, ma per il momento i lavori parlamentari si sono fermati subito dopo l’approvazione del disegno di legge. Una corretta ed efficace selezione al rilascio indiscriminato delle partite iva, associata alla effettiva riduzione del costo del lavoro, consentirebbe alle imprese già strutturate di crescere in competitività riassorbendo tanti autonomi occasionali.
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