PRATO – “Gli enti pubblici italiani sono i peggiori pagatori in tutta l’Unione Europea. E in Toscana, come a Prato, la situazione sta diventando insostenibile per tutte le imprese, giovani o meno, visto che stiamo viaggiando ormai su una media di pagamento pari a 180 giorni nel 2011 contro i 128 giorni del 2009”. A rilanciare l’allarme è Alessio Guazzini, Presidente dei giovani imprenditori CNA che snocciola i dati dell’ultima indagine svolta da Swg per l’associazione su 240.000 pmi. “Il fenomeno colpisce in primis le imprese che lavorano nelle costruzioni, manifatturiero e servizi – dice Guazzini – ma le aziende giovani sono ancora più fragili e stritolate tra recessione, crisi di liquidità, mancate riscossioni e un fisco ormai insostenibile. In questa situazione, sempre più imprenditori si dicono senza speranze e denunciano un disagio psicologico che come Cna tentiamo di alleviare, dando piena disponibilità all’ascolto e al sostegno. Ma il problema resta la pressione sulle imprese che può e deve essere allentata. Grazie al lavoro fatto da mesi, alcuni spiragli si sono aperti nell’ultimo incontro con il Ministro Passera, ma la strada è lunga e servono soluzioni celeri. Stesso discorso vale per l’approvazione da parte dell’U.e. della direttiva che fisserà a 30 giorni il termine massimo dei pagamenti della p.a., pena la sanzione del 5% per ogni giorno di sforamento. Lo chiediamo da tempo ma questo provvedimento è ormai improrogabile per rimediare alle distorsioni di un mercato avviato alla più totale deregulation: il via libera è previsto per marzo 2013 ma bisogna accelerare i tempi perché molte pmi rischiano di non sopravvivere fino a quella scadenza”. Tanto per avere un’idea della situazione toscana, ricorda Guazzini, “nel 2011 sono state 843 le imprese chiuse per fallimento, ovvero 23 ogni 10.000 imprese attive in regione, e circa un terzo di questi fallimenti è riconducibile ai ritardi dei pagamenti ai fornitori da parte delle p.a.”. Tradotto in soldoni, se a livello nazionale il debito maturato dal sistema delle imprese rasenta ormai i 70 miliardi – come ammette lo stesso Governo – in Toscana le aziende vantano crediti per oltre 4 miliardi di euro nei confronti dei committenti pubblici. Una vera e propria “valanga di risorse mancate che incidono seriamente sulla liquidità delle imprese, limitano la capacità di competere sui mercati e tolgono ossigeno alle già limitate possibilità di reggere il peso della crisi strutturale in atto”. Ecco perché, conclude Guazzini, “oltre alla Direttiva U.e. per la lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, è fondamentale avere subito interventi sulle banche e per la liquidità delle imprese, allentare le maglie del patto di stabilità, e ottenere uno sforzo ulteriore a livello nazionale e territoriale per scovare risorse orientate allo sviluppo economico, una parola che sembra essere sparita dagli obiettivi prioritari per il rilancio di questo Paese”.