Riforma fiscale. Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi: “Ridurre le tasse sulle imprese. Con la nuova IMU sulle aziende un prelievo da 3 miliardi”

 

 

 

 

“Da giugno sulle imprese italiane si abbatterà un aumento di pressione fiscale insostenibile. Con la nuova IMU sugli immobili produttivi l’incremento della tassazione passerebbe dai circa 4,5 miliardi di euro della vecchia ICI a circa 7,5 miliardi (con oltre il 60% di incremento) se i Comuni applicheranno l’aliquota base del 7,6 per mille, per arrivare ad oltre 10,5 miliardi circa se l’aliquota base sarà aumentata, come è facoltà dei Comuni, sino al 10,6 per mille. Per ciascuna impresa ciò significa un aggravio di alcune migliaia di euro”. E’ l’allarme lanciato da Cna, Confartigianato e Casartigiani che sollecitano interventi per ridurre la pressione fiscale sulle imprese che nel 2014 si attesterà al 45% “un fardello – sottolineano – che riduce la competitività delle nostre aziende e blocca le potenzialità di crescita del Paese”.

 “Giudichiamo positivamente – sottolineano le tre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi – l’introduzione nei principi di delega fiscale varati dal Governo la rivisitazione degli adempimenti e la razionalizzazione dei regimi fiscali come pure la tassazione separata, su base opzionale, del reddito dell’impresa rispetto a quella dell’imprenditore. Ma la riforma fiscale non può e non deve portare ulteriori incrementi di pressione fiscale”.
Cna, Confartigianato e Casartigiani esprimono delusione per il mancato inserimento nella delega fiscale della disposizione che demandava al Governo l’introduzione di procedure per destinare il maggior gettito derivante dalla lotta all’evasione alla riduzione della pressione fiscale.

Secondo le Confederazioni il gettito strutturale derivante dalla lotta all’evasione e la riduzione della spesa pubblica frutto della spending review devono essere i capisaldi su cui iniziare un percorso di riduzione della pressione fiscale.
Per quanto riguarda l’IMU, Cna, Confartigianato e Casartigiani sollecitano un’aliquota ridotta sugli immobili produttivi per tener conto del fatto che la nuova imposta non “ingloba” anche l’IRPEF, come inizialmente stabilito nelle prime bozze del decreto legislativo sul fisco municipale. Il tutto potrebbe essere ottenuto riducendo, ad esempio, la forte compartecipazione dello Stato al tributo che dovrebbe portare ad incassare 9 miliardi di euro.
Inoltre – fanno rilevare le Confederazioni – rischia di diventare molto difficile, se non impossibile, eseguire correttamente il versamento IMU a conguaglio del 16 dicembre 2012, perché l’aliquota effettiva d’imposizione verrà determinata con certezza, e sarà quindi conoscibile, solamente il 10 dicembre 2012, ossia pochissimi giorni prima della scadenza fissata. A cui si aggiungono le incertezza sul primo versamento in quanto la norma, a meno di due mesi dalla scadenza, è ancora oggetto di intervento da parte del Parlamento.

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