Sono anni davvero complessi per il mondo dell’artigianato: guerra, pandemia, gli aumenti dei costi dell’energia, dei combustibili, delle materie prime, hanno colpito fortemente la piccola e media impresa toscana. Nonostante le difficoltà, la reazione dell’artigianato c’è stata, in molti casi ha prevalso la voglia di non chiudere, ed anzi, di ritagliarsi una nuova collocazione, aprendosi a nuovi mercati in sostituzione di quelli tradizionali, la ricerca di nuovi sbocchi per i prodotti.
Considerato tutto questo i risultati dell’export toscano sono confortanti con un più 16,8% – nel 2021 e un più 10,8% nei primi 9 mesi del 2022 che, sebbene leggermente al di sotto della media italiana, fa ben sperare in prospettiva futura. “Questo ed altri dati sono indicatori di una situazione che sta migliorando – spiega Claudio Bettazzi membro di Presidenza di CNA Toscana con delega alle politiche per l’internazionalizzazione – Nonostante la guerra, la pandemia, gli aumenti di energia, carburanti, materie prime e la scomparsa di interi mercati come quello russo, siamo riusciti a incrementare i valori dell’export. Nei mercati internazionali bisogna essere competitivi e, di sicuro, gli aumenti dei costi non ci hanno favorito rispetto ad altri, ma le prospettive dovrebbero essere buone”.
Le piccole e medie imprese toscane da sempre hanno avuto una forte vocazione verso l’export i mercati di riferimento sono da sempre la Francia, Germania, Inghilterra, la Svizzera l’area dei paesi del Golfo. Purtroppo un importante mercato, quello russo, a causa della guerra, si è praticamente chiuso, ma si sono aperte altre prospettive: “Stiamo verificando un’apertura sul mercato nord americano soprattutto gli Stati Uniti, in particolare nei settori della moda, dell’agroalimentare della meccanica – prosegue Bettazzi – Ma questo non basta dobbiamo fare un’analisi attenta degli scenari futuri: come il nostro sistema si posizionerà, quali nuovi strumenti utilizzare. Oltre a questo il mondo artigiano attende dal Governo provvedimenti che possano premiare e sostenere la piccola e media impresa e permettano di liberare risorse per investimenti strategici delle aziende”.
Se il sostegno del Governo e fondamentale, determinate è anche quello delle associazioni di categoria “CNA Toscana può supportare tutta la filiera – aggiunge Bettazzi -. CNA lavora per le proprie associate per conoscere nuovi mercati di riferimento, i sistemi giuridici che regolano il commercio dei beni nei vari stati e come operano le camere di commercio”.
Oltre a supportare le aziende CNA può anche offrire una nuova figura determinante per elaborare le strategie internazionali anche per le piccole imprese il Temporary Export Manager. “Il Temporary Export Manager – spiega Bettazzi – può lavorare per individuare mercati di riferimento e come muoversi in quell’ambito, contribuisce all’analisi del prodotto e, alla fine, contribuisce alla formazione di queste competenze all’interno dell’azienda, dove spesso si tende a dedicarsi molto alla produzione e poco alla parte commerciale. Questa figura indica come individuare i potenziali clienti esteri, promuove anche viaggi all’estero favorendo incontri con i possibili acquirenti e sostenendo la partecipazione alle fiere internazionali”.
La presenza delle associazioni di categoria come CNA Toscana diventa fondamentale per le piccole imprese che da sole trovano difficoltà a districarsi fra bandi e finanziamenti “In particolare di grande importanza – aggiunge – sarà il bando per sostegni all’esport della Regione Toscana, che dovrebbe uscire nel 2023, e prevede 23 milioni di finanziamenti. In questo contesto sarà prioritario identificare strumenti di finanziamento calibrati e accessibili per la dimensione deelle piccole e medie imprese”.
Confrontarsi con i nuovi mercati diventa quindi fondamentale per la sopravvivenza delle piccole imprese artigiane che, fortunatamente, hanno il supporto delle associazioni di categoria per guardare fuori dai propri confini “Per le aziende esiste adesso un nuovo canale che è quello legato alla rete che facilità anche piccole ad inserirsi più facilmente nei mercati esteri, ma questo non è sufficiente se non è accompagnato dalla preparazione necessaria per affrontare i mercati internazionali”.