Centri di revisione autoveicoli a rischio chiusura – La mobilitazione di CNA

Sta emergendo ormai con forza il problema di reperire gli ispettori (ex responsabili tecnici) che possano garantire il funzionamento dei centri revisione autoveicoli, per effetto dell’applicazione della nuova normativa di settore, molto più stringente rispetto alla precedente regolamentazione dei corsi per l’accesso alla professione attiva fino al 2018.

Per CNA, occorrono misure per tutelare urgentemente i centri di controllo privati, gli ingenti investimenti e le migliaia di addetti impiegati. In considerazione della difficoltà a reperire personale in possesso sia dei titoli di studio idonei, che della prevista esperienza triennale maturata nel settore della manutenzione autoveicolare, i centri di revisione ex art. 80 C.d.S. sono a rischio chiusura e con essi sono a rischio i posti di lavoro di tutti gli altri dipendenti.

Il periodo per formare un ispettore delle revisioni è di circa sette mesi, modulo A e modulo B, per un totale di 296 ore fra teoria e pratica.

Gli esami a cura della Motorizzazione sono rimasti bloccati a lungo e l’attuale scarsità di sessioni annuali, qualora dovesse persistere, priverà il mercato di lavoratori da inserire nel proprio organico, mettendo i centri di revisione in condizione di dover sospendere l’attività qualora ispettore dovesse assentarsi per qualunque motivo.

Stiamo parlando di 9.150 imprese o poco più che danno lavoro a oltre 25.000 addetti con un fatturato annuo di un miliardo circa.

L’allarme lo lancia il Presidente Nazionale di CNA Meccatronici, Francesco Circosta:

“Occorre reintrodurre, come accadeva per il vecchio responsabile tecnico, la sostituzione temporanea dell’ ispettore per il tempo necessario a formare un altro addetto; bisogna ripensare e rendere più elastica la parte della norma legata all’ esperienza e devono essere resi meno criptici e più attinenti alle attività previste, i quiz d’esame”. Siamo in una situazione in cui meno del 10% degli ammessi agli esami riesce a qualificarsi e in alcune realtà, l’ammissione all’esame deliberata dalla Regione, viene messa in discussione, per cavilli burocratici, dalla Commissione d’esame.

Circosta sottolinea che “la correttezza delle operazioni di revisione e la conseguente sicurezza stradale, non si ottengono rendendo impossibile ai centri di revisione di operare, bensì incrementando i controlli e sanzionando chi opera in modo scorretto”.

Questa situazione è confermata anche dal Presidente Toscano e territoriale dei Meccatronici Massimiliano Previato: “Quello che chiediamo per i nostri centri di revisione è creare una possibilità immediata di sostituzione. Per questo dobbiamo trovare un modo più rapido per creare degli ispettori, altrimenti le alternative sono due: o cerco di trovare un ispettore che si licenzia da un altro centro per venire a lavorare nella mia attività, mettendo però in crisi un’altra azienda, oppure sono costretto a chiudere. Stesso discorso se l’ispettore si infortuna o si ammala, finché non rientra, il centro revisioni non può lavorare. Insomma il rischio di chiusura che significa anche licenziare tutti gli altri dipendenti. Lo Stato, però, dovrebbe avere come obiettivo quello di non far chiudere nessuna azienda e insieme dobbiamo trovare una soluzione alle nostre difficoltà”.

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