Se dovessimo raccontare cio che il nostro paese è riuscito a combinare in tema di gestione rifiuti non smetteremmo più di scrivere. Dagli urbani agli speciali, ne abbiamo viste davvero di tutti i colori. Se il passato servisse a progettare meglio il futuro, sarebbe tutto risolto da un pezzo. Invece no, anzi; perseverando nella frenesia normativa, si vara un altro provvedimento utile solo ad aumentare costi e complicazioni a carico delle imprese. Anziché presidiare i territori e colpire chi inquina davvero, nonostante di norme ce ne siano fin troppe, si è pensato bene di vararne una nuova . Questa volta, la decorrenza è scattata il 17 febbraio scorso, si è andati a modificare alcuni passaggi del Testo Unico Ambientale attinenti la classficazione dei rifiuti. In buona sostanza, un’impresa edile che debba rimuovere i calcinacci da un cantiere, o dimostra, analisi alla mano, la non pericolosità degli stessi, o li considera pericolosi con tutte le conseguenze del caso. Dopo anni che CNA denuncia il paradosso di dover campionare e analizzare chimicamente mattoni rotti, sassi e calcina secca, invece di spazzare via una prescrizione così incredibile, la si rafforza. Ogni ulteriore considerazione sarebbe superflua e scontata. Invitiamo perciò le imprese del comparto a leggere questa nota del Nazionale Costruzioni a firma di Ferdinando De Rose; l’articolo di Italia Oggi e l’appello del Presidente Vaccarino al Ministro dell’Ambiente.